MANUELA MARZIANI
Cronaca

Delitto di Garlasco, perché la famiglia Poggi ha “gelato” la Procura e quali sono i nodi sulle maxi analisi del Dna

Sotto la lente della Procura i tamponi sul corpo, i rifiuti, i gioielli e l’orologio della vittima. Il legale dei genitori: “A noi dissero no”. Per la difesa di Andrea Sempio è un “incidente probatorio inutile”

Da sinistra, Andrea Sempio, Chiara Poggi e Alberto Stasi

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GARLASCO (Pavia) – A distanza di dieci giorni dalla svolta sul delitto di Garlasco, si misura una netta frattura fra la posizione della famiglia della vittima e quella della Procura di Pavia. I magistrati indagano per omicidio su Andrea Sempio, amico del fratello della ragazza uccisa il 13 agosto 2007. Chiedono un maxi incidente probatorio ad ampio raggio per esaminare tracce genetiche e non solo che secondo i consulenti del condannato in via definitiva, Alberto Stasi, e secondo gli stessi pm possono dare nuovi risultati.

“Noi siamo disposti a partecipare all’incidente probatorio davanti ad un giudice terzo – ha spiegato l’avvocato Gian Luigi Tizzoni che rappresenta la famiglia Poggi –. Peccato che questi accertamenti non siano stati svolti allora nel 2011, quando li chiedevamo noi. La difesa Stasi si oppose davanti alla Corte d’Assise d’Appello e ci disse che non si poteva fare più nulla e che tutto era stato fatto bene dai carabinieri”. Una precisazione che sembra sottolineare la divergenza con la posizione della Procura e lo scetticismo nei confronti dei nuovi scenari ipotizzati.

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Venerdì, dal canto loro, i legali Massimo Lovati e Angela Taccia, che difendono il 37enne Sempio, hanno depositato al gip le proprie “deduzioni” con cui si oppongono alla richiesta di procedere all’incidente probatorio. Da quanto si è appreso, i legali contestano l’istanza dei pm anche perché ritengono che le analisi richieste siano tutte effettuabili con la forma dell’accertamento ripetibile, ovvero senza coinvolgere tutte le parti.

Da quanto risulta, poi, per la difesa la richiesta della procura sarebbe anche “vaga e generica” e non terrebbe in considerazione il fatto di possibili comparazioni anche con altri Dna, oltre a quello di Sempio. L’allora fidanzato di Chiara, condannato a 16 anni di carcere, attraverso la sua legale Giada Bocellari si dice “abbastanza sconcertato”. “Sono anni che sostiene di essere innocente – dice l’avvocato –. Queste nuove analisi lo hanno lasciato positivamente incredulo. Ha realizzato che finalmente qualcuno vuole andare a fondo sul caso. Ovviamente sono passati anni, quello che si poteva fare nel 2007 era cento volte tanto”.

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La richiesta di incidente probatorio faceva riferimento a “campioni biologici e reperti della vittima” non oggetto della distruzione dei corpi di reato disposta dalla corte d’assise d’appello di Milano ed effettuata nel 2022. Una parte del tessuto muscolare, i tamponi eseguiti sul corpo: sono questi alcuni dei “campioni biologici” di Chiara Poggi che, secondo il procuratore Fabio Napoleone, “non sono mai stati analizzati o hanno fornito esiti dubbi”. Molti oggetti non hanno mai “parlato” a livello investigativo o lo hanno fatto in modo confuso.

Agli atti dell’infinita indagine ci sono le fotografie di questi oggetti e gli esiti degli esami svolti sugli orecchini di perla, i quattro braccialetti e l’orologio Swatch di Chiara sui quali erano state trovate tracce ematiche, ma non fu svolto nessun prelievo. E poi la sua cavigliera in metallo “sottoposta all’estrazione del Dna nell’ipotesi che la vittima fosse stata trascinata dai piedi”; il suo elastico per i capelli positivo al Combur test, che svela tracce biologiche, ma sul quale non vennero effettuati prelievi; il telefono Nokia.

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Per tutti questi beni i giudici decisero la restituzione. Difficile pensare che, anche se ancora integri, ed eventualmente recuperati attraverso un nuovo e possibile sequestro, possano offrire dei riscontri. Inoltre nessun prelievo venne svolto sulla roncola, il martello e la paletta del camino degli Stasi. Ci sono anche oggetti che vennero trovati in casa quella mattina del 13 agosto 2007 o successivamente nella pattumiera, come una confezione di tè freddo, un vasetto di yogurt e una scatola di cereali. Secondo i pm alcune comparazioni andrebbero effettuate oltre che col Dna di Sempio, anche coi profili genetici dei soggetti maschili della famiglia Poggi e con frequentatori maschi della casa. Ora il gip avrà dieci giorni a partire da domenica per decidere se dare l’ok alle analisi e fissare una data per la nomina del perito e dei consulenti di parte.