
La lettera scritta in inglese dalla spasimante e destinata a Giovanni Brera
San Zenone Po (Pavia), 19 aprile 2025 – Una lettera e una cartolina scritte presumibilmente da una donna.
Il destinatario della corrispondenza era Gianni Brera e la mittente una misteriosa amica speciale di origini svedesi che si esprimeva in inglese con una grafia non molto comprensibile. Il ricordo è emerso da una scatola di latta che racconta uno spaccato di vita del giornalista e scrittore. Diverse, infatti, le carte trovate, ma anche le foto, i documenti anagrafici, le lettere e le cartoline.

Uno scrigno che ora alcuni studiosi di Gioànn analizzeranno con attenzione, ma che hanno rischiato di andare perduti. Un residente a San Zenone, paese natale dello scrittore, infatti, ha recuperato la cassetta nella casa della sorella di Brera e l’ha sottratta a un destino certo, quello della distruzione. Finita in mezzo a mobili vecchi e carabattole, era diretta in discarica, se il barista del paese, appassionato di tutto quello che riguarda Gioànn, non avesse deciso di prendere la cassetta e salvarla. Se l’amministrazione comunale avesse voluto ricevere la donazione, quei documenti avrebbero potuto trovare una collocazione da tempo. Invece, sono rimasti nella casa del barista, finché i suoi familiari non hanno ritrovato ancora una volta il piccolo tesoro e non hanno deciso di tentare la strada della consegna al Comune perché li porti nel museo dedicato allo scrittore nato a San Zenone l’8 settembre 1919.
“Abbiamo ricevuto adesso la cassetta - commenta la sindaca Simona Granata - e faremo vedere tutto ciò che contiene a degli esperti, prima di esporre le carte nel piccolo museo che abbiamo allestito a palazzo Herra. I documenti devono essere analizzati e catalogati prima di essere mostrati”. Nell’attesa, aprendo il coperchio esce un racconto di “gioanbrerafucarlo”, che comincia con il certificato del battesimo e passa per l’estratto per riassunto dell’atto di nascita della moglie Pierina Gramegna sposata a Milano l’8 luglio 1943. Tra i ricordi, c’è una foto della sorella di Giovanni, Alice Brera, la primogenita, nata il 7 marzo 1906 che custodiva la scatola. Tra le fotografie anche un’immagine del fratello Franco, che era nato appena prima di Giovanni, il più piccolo della famiglia, ma anche fotografie del giovane Gioànn con alcuni amici e con i fratelli in diverse situazioni, dal mare al servizio militare effettuato durante la Seconda guerra mondiale nel corpo dei paracadutisti.
Nella scatola poi si trova anche il metro in legno che apparteneva al padre di Brera, ed era un “ferro del mestiere” di quel Carlo che lavorava come sarto e barbiere del paese e aveva imparato a cucire abiti dal padre Luigi. Ma ad attirare la curiosità è senza dubbio una lettera scritta su un foglio a righe nel febbraio 1953, dove un’amica speciale scrive d’aver incontrato Gianni in gennaio e di ringraziarlo per la sua lettera.
“Non sto bene - ha scritto la donna - spero di stare meglio in estate”. Diverse le dimostrazioni di affetto messe nero su bianco e tanti anche gli “I love you” che in inglese testimoniano anche l’affetto, non soltanto l’amore. “Spero di vederti” ha scritto la donna e “spero che la mia vita vada meglio” oltre a un altro auspucio: “Rispondimi in inglese”. Forse la donna non conosceva la nostra lingua e forse era stata respinta dal giornalista. È probabile che la misteriosa ammiratrice abitasse a Sala, nella contea di Västmanland in Svezia dove si trova una silver mine (miniera d’argento) in produzione fino al 1908. A Brera, infatti, la donna ha inviato dalla Svezia anche una cartolina dove è raffigurato il simbolo della città di Sala: il pozzo della miniera Regina Cristina. “Per farti un regalo” ha sottolineato la misteriosa “T”. La cartolina è stata spedita a Parigi, magari perché non poteva mandare la corrispondenza in Italia o perché Gioànn si trovava nella capitale francese per lavoro. Tanti misteri, che la scatola di latta da sola non riesce a risolvere, ma magari è meglio così.