"I 137 agenti della Penitenziaria in arrivo nel Pavese? Solo tappabuchi"

Arrivano 137 agenti Penitenziaria in carceri di Pavia, ma UilPa Lombardia critica: non integrano reparti, solo compensano trasferimenti. Carenze di personale rimangono, sicurezza non migliora. Chiesto ascolto per personale.

"I 137 agenti della Penitenziaria in arrivo nel Pavese? Solo tappabuchi"

"I 137 agenti della Penitenziaria in arrivo nel Pavese? Solo tappabuchi"

È appena stato annunciato l’arrivo di 137 agenti della Penitenziaria nelle carceri della provincia: 87 a Pavia, 17 a Vigevano e 33 a Voghera. "Forze nuove utili al ripristino della legalità nelle carceri", è stato detto. Ma la segreteria regionale della UilPa Lombardia non ci sta: "I 137 agenti annunciati – contesta Michele De Nunzio, componente della segreteria regionale – non sono unità che integrano i reparti pavesi, in quel caso sì che sarebbe un reale il ripristino della legalità, ma sono invece unità che compensano tutte quelle che verranno giustamente trasferite per la mobilità nazionale. Le forze nuove, come sono state definite, nei fatti andranno solo a compensare le uscite di ogni singolo reparto".

Dagli ultimi dati del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, secondo le attuali piante organiche ed esaminando il contingente maschile di agenti, nei reparti pavesi mancano complessivamente 135 persone (66 a Pavia, 30 a Vigevano, 39 a Voghera). "Carenze che, nonostante le “forze nuove“, rimarranno tali. E questo solo esaminando il ruolo degli agenti-assistenti, perché se dovessimo illustrare le carenze negli altri ruoli, le percentuali sarebbero peggiori. Ai sensazionalismi della politica io rispondo: perché non mettete mano alle piante organiche? Perché non fate in modo che il deficit di 18mila unità venga colmato?".

Infine la sicurezza: "I numeri dicono che anche sul versante aggressioni e oltraggi alla Penitenziaria nulla è cambiato, anzi. Evidentemente a nulla stanno servendo i protocolli, i nuclei di intervento utili forse solo alla visibilità e non certo della Polizia penitenziaria. È vero, alcuni esponenti del Governo stanno visitando i reparti, ma anziché trasferire informazioni propagandistiche, la vera rivoluzione sarebbe cominciare ad ascoltare il personale e chiedere come si sente nello svolgimento del proprio lavoro".

M.M.