SAN GENESIO (Pavia)
Si sono avvicinati al gazebo che il gruppo di San Genesio Futura ieri ha collocato davanti al municipio e hanno chiesto spiegazioni. Volevano avere chiarimenti su quanto sta accadendo a San Genesio, dove il 12 novembre la Procura ha fatto notificare l’avviso di chiusura indagini dell’Operazione Clean I e il giorno dopo sono state arrestate tre persone, più 13 iscritte nel registro degli indagati, nell’ambito della Clean II. Molti cittadini si sarebbero aspettati un passo indietro da parte di chi è stato coinvolto e che il Comune si costituisse parte civile come aveva chiesto l’opposizione in Consiglio comunale, ma la maggioranza ha votato contro.
"In seguito all’inchiesta Clean I – ha spiegato la capogruppo di San Genesio Futura, Marzia Testa – il Comune ha dovuto riservare nel bilancio approvato a fine 2023 la somma di 562mila euro nel caso i ministeri ne chiedessero la restituzione in quanto oggetto di reato. Per tutelare i contribuenti abbiamo chiesto al Comune di costituirsi parte civile". Il "no" è arrivato perché il processo ancora non c’è. "Ma entro la fine dell’anno sarà una certezza", ha aggiunto Testa. Poco male, anche un solo residente potrà chiederla.
"Stiamo lanciando una raccolta firme per dare peso alla nostra richiesta. Alcuni cittadini ieri sarebbero stati disposti a firmare. Sono delusi, conoscono fin da bambini diversi amministratori e si sarebbero aspettati un comportamento differente da parte delle persone in cui avevano riposto fiducia. Erano sconvolti da quanto avevano ascoltato durante l’ultimo Consiglio comunale. Non si aspettavano che venisse negata anche l’evidenza. Le posizioni nell’ambito di Clean I ormai sono cristallizzate". Diversi gli amministratori e i politici che hanno portato solidarietà al gazebo. "Ci hanno accusato di non essere garantisti – ha concluso Tessera – Ma non è vero. C’è una differenza tra l’essere garantisti e l’essere innocentisti".
Manuela Marziani