REDAZIONE PAVIA

Il diavolo brucia sul rogo. Il rito secolare si rinnova

Il falò del fantoccio però si è svolto in pesante ritardo

Il falò del fantoccio però si è svolto in pesante ritardo

Il falò del fantoccio però si è svolto in pesante ritardo

In termini di ritardo si è trattato di un vero record ma almeno la cenere è andata verso l’alto e, in ragione di una tradizione ultrasecolare, l’auspicio è buono. È stata una serata del tutto particolare quella di sabato a Vigevano, nella quale era in programma il tradizionale “rogo del diavolo“ che si ispira alla leggenda di San Bernardo. L’evento si consuma proprio davanti alla chiesa a lui dedicata, sulla strada che dall’esterno della città conduce in piazza Ducale: secondo la leggenda, il santo sarebbe stato ostacolato dal demonio in persona nel suo intento di raggiungere Vigevano e, con l’aiuto di Dio, riuscì a catturare il diavolo e a bruciarlo sul rogo. La tradizione si perpetua da secoli e dalle modalità del rogo del fantoccio che rappresenta il diavolo, in passato si traevano auspici per l’inverno e la futura stagione dei campi. Sabato il falò era previsto intorno alle 21.30 ma la necessità di due interventi di soccorso, a poca distanza l’uno dall’altro, da parte dell’ambulanza a disposizione dell’evento, ha fatto slittare i tempi. "Barlic", come viene chiamato nella tradizione, ha potuto bruciare solo dopo la mezzanotte. Non sono mancate le proteste del pubblico accorso anche se quello che è accaduto era comunque imprevedibile. Quella stessa sera, per altro, in Castello era in programma il concerto di Umberto Tozzi e in centro l’apertura serale dei negozi. U.Z.