UMBERTO ZANICHELLI
Cronaca

Il sindaco resta ai domiciliari. Domenica pronta una marcia

Un altro no. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pavia, Luigi Riganti, ha nuovamente negato la revoca...

Andrea Ceffa sindaco di Vigevano sospeso dall’incarico (a sinistra) con l’avvocato Luca Angeleri

Andrea Ceffa sindaco di Vigevano sospeso dall’incarico (a sinistra) con l’avvocato Luca Angeleri

Un altro no. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pavia, Luigi Riganti, ha nuovamente negato la revoca degli arresti domiciliari ad Andrea Ceffa, sindaco di Vigevano, soggetto alla misura cautelare dal 28 novembre scorso con l’accusa di corruzione. Delle cinque persone finite nei guai per la vicenda che lo ha coinvolto, il primo cittadino ducale è l’unico ad essere ancora ristretto ai domiciliari. Il gip ha dato anche parere contrario circa la possibilità che Ceffa, che lavora in ambito informatico, possa recarsi al lavoro. A palazzo municipale non potrebbe andare comunque, visto che è al momento sospeso dall’incarico per decisione del prefetto. Lo stesso gip si era già pronunciato una volta contro l’annullamento della misura cautelare e lo stesso aveva fatto il Tribunale del Riesame al quale si era rivolto in prima istanza l’avvocato di Ceffa, Luca Angeleri. Tre altri destinatari delle misure cautelari sono tornati in libertà dopo essersi dimessi dai rispettivi incarichi mentre il direttore amministrativo di Asm Vigevano e Lomellina ha chiesto e ottenuto tre mesi di aspettativa. Probabilmente anche Ceffa, in caso di dimissioni, potrebbe tornare in libertà ma questo significherebbe far cadere l’attuale governo cittadino che dovrebbe restare in carica sino al prossimo anno rimandando tutto alle urne.

L’accusa a carico di Ceffa, per il quale domenica mattina è stata organizzata una marcia a sostegno da numerosi amici, è quella di aver concesso una consulenza da 6mila euro lordi alla ormai ex-consigliera Roberta Giacometti per assicurarsi il suo voto all’interno di un Consiglio comunale i cui equilibri erano diventati delicatissimi all’indomani della fallita "congiura di Sant’Andrea" con la quale la minoranza e una parte dalla maggioranza mirava a far cadere il primo cittadino.

Umberto Zanichelli