
Il sindaco di Pavia Michele Lissia ha monitorato nottetempo il Fiume azzurro che saliva. Poi in barca ha portato sacchi di sabbia in via Trinchera. "Situazione seria ma sotto controllo".
Per i più anziani è un fatto normale, i più giovani invece non avevano mai visto le acque del Ticino superare gli argini e coprire via Milazzo. È accaduto ieri alle 9, quando la caratteristica strada del Borgo Basso è andata sott’acqua. Piano piano il fiume azzurro ha superato i 4 metri d’altezza sullo 0 idrometrico e i tipici barcè, con i gommoni, sono diventati gli unici mezzi con cui spostarsi per consegnare sacchi di sabbia e cibo nonché per aiutare i residenti saliti ai piani superiori come imposto dall’ordinanza firmata dal sindaco Michele Lissia, che di notte ha monitorato il livello del fiume che lentamente aumentava.
"Sino al termine delle esigenze di allerta ed emergenza – riporta l’ordinanza – è vietato il transito pedonale e veicolare in via Milazzo e via Trinchera e si dispone di evacuare i piani interrati e i pianoterra recandosi ai piani superiori, predisponendo quanto necessario. In caso di mancanza di quanto prima detto, evacuare l’abitazione". Da giovedì sera, come prevede il Piano d’emergenza, è vietata la sosta lungo via Milazzo. E in piazzale Ghinaglia è stato allestito un Centro operativo per coordinare le operazioni di vigili del fuoco, Protezione civile, Polizia locale e autorità.
"Vivo in Borgo da tre anni e questa è la mia prima esondazione – dice Andrea Bracci – Ho trascorso una notte in ansia, l’atmosfera era preoccupante. Con la luce del sole, la situazione è apparsa meno tragica di quanto immaginassi. Abito al secondo piano, al mattino sono rimasto in casa e al pomeriggio sono uscito". Per l’intera giornata i vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta con più squadre impegnate in operazioni di soccorso. Due team del gruppo Speleo Alpino Fluviale hanno raggiunto gli abitanti bloccati nelle case, alcune isolate dall’acqua. "È la prima piena che vivo – ammette Federica La Vecchia – I più anziani sanno come comportarsi, io non sapevo che cosa fare. Sono stata in ansia nella notte perché sembrava che il fiume dovesse esondare. Al mattino poi ho annullato i miei impegni e sono rimasta in casa. Mi sembrava di essere tornata ai tempi del Covid, con la differenza che in questo caso per uscire dovevo chiamare una barca, ma vivo in una corte dove c’è poco spazio di manovra. Avrei dovuto raggiungere la strada, ritrovandomi con l’acqua alla vita e fermare una barca".
In serata, con il fiume che si era stabilizzato a meno di 4 metri, ai residenti è stato portato un pasto caldo. "Per tutto il giorno i volontari si sono spaccati la schiena per portare avanti e indietro i residenti con le barche – commenta il sindaco Michele Lissia mentre raggiunge in barca una famiglia di via Trinchera alla quale portava sacchi di sabbia – Nel pomeriggio il livello del fiume si è fermato, ora aspettiamo la lenta decrescita".
"La situazione è seria ma sotto controllo – commenta l’assessore alla Polizia locale Rodolfo Faldini – Le persone sono rimaste a casa, ai piani superiori. Non c’è stato alcuno sgombero. Stiamo cercando di alleviare i disagi". E ora il timore è per il Po. Già giovedì mattina un’unità del distaccamento dei vigili del fuoco di Broni, col supporto della squadra Speleo Alpino Fluviale del Comando di Pavia, è intervenuta a Campospinoso per soccorrere tre persone intrappolate da un improvviso allagamento nei pressi dell’argine. Sono stati tratti in salvo una mamma con la sua bambina di 4 anni e un neonato di 3 mesi, raggiunti nonostante le difficili condizioni ambientali.