
Lo storico barcone dell'imbarcadero
Pavia, 10 agosto 2015 - E' un'estate un po’ strana sul Ticino. Non solo per l’eccezionale secca e le temperature ben sopra le medie per gran parte della stagione. I pavesi che passeggiano sul Lungoticino guardano il barcone, ancora abbandonato, dell’imbarcadero Barbieri. Lo storico proprietario, Giancarlo Barbieri, dopo una malattia che già negli ultimi anni ne aveva ridotto l’attività, è morto l’11 luglio. Ma i guai per il suo imbarcadero, ormeggiato sul Ticino nel tratto cittadino (viale Lungoticino Sforza) poco a valle del Ponte Coperto, con suggestiva vista sulla caratteristica via Milazzo dall’altra parte del fiume, erano iniziati ancora prima, giusto un anno fa.
Nella notte fra il 7 e l’8 agosto dello scorso anno, il primo affondamento, di due barconi-bar, probabilmente per un atto vandalico. Il 17 ottobre, poi, era finita sottacqua una parte del pontile a valle del barcone principale, probabilmente a causa dell’urto di un tronco trasportato dal fiume in piena. Un duro colpo, che ha ‘disassato’ tutte le strutture collegate, compresa la passerella che porta sul barcone principale. Troppo oneroso per Barbieri il recupero della struttura, che stava per far smantellare. Lo storico imbarcadero sul Ticino ha così rischiato di scomparire per sempre. Ma i tempi tecnici dell’intervento di smantellamento si sono allungati per le piene invernali e nel frattempo una cordata di pavesi ha deciso di salvare il barcone dell’imbarcadero. La società Pro River a maggio aveva annunciato l’avvio dell’iter per ottenere le autorizzazioni da Comune e Aipo per procedere al completo recupero, acquisendo la struttura. Oltre al barcone con terrazza, doveva essere risistemata anche l’area sulla sponda, in concessione demaniale. L’idea degli imprenditori pavesi era quella di rivitalizzarla eliminando i lettini prendisole sui gradoni e realizzando più spazi, anche per mostre e incontri in riva al fiume. "Come per la Senna a Parigi – spiegavano i soci della Pro River – anche per il Ticino a Pavia si può immaginare una vocazione di ritrovo culturale e turistico".
La speranza dei nuovi proprietari era quella di riuscire ad aprire già per la stagione estiva, ma i tempi erano molto stretti e anche in questo caso la burocrazia non ha aiutato gli imprenditori a rispettare le scadenze dei progetti iniziali. Con l’arrivo dell’estate, tutto è infatti rimasto immutato sul Lungoticino. E per i ‘fiumaroli’ pavesi resta solo il ricordo di quello che per quasi mezzo secolo era sempre stato una sorta di avamposto cittadino per chi cercava un contatto diretto col fiume, da riva o in barca o in canoa, ma anche solo per un caffé o un aperitivo. E i turisti, magari non tantissimi come nelle aspettative dell’estate dell’Expo, ma che comunque quando arrivano a Pavia non si fanno mancare una tappa ad ammirare il Ponte Coperto, se percorrono a piedi il Lungoticino, magari per andare verso la basilica di San Michele, non trovano aperta la struttura fluviale ma possono solo vedere il barcone in stato d’abbandono. Per fare del Lungoticino pavese un luogo a vocazione turistica, se gli imprenditori della Pro River confermeranno i loro intenti, si dovrà aspettare la prossima estate.