Comparirà questa mattina davanti al giudice per l’udienza di convalida dell’arresto. Liliana Barone, 45 anni, in carcere con l’ipotesi di reato di omicidio volontario per la morte di Carlo Giovanni Gatti, 89 anni, potrà fornire la propria versione nell’udienza che si terrà alle 10. Ma potrebbe avvalersi di nuovo della facoltà di non rispondere, come ha già fatto domenica nella caserma dei carabinieri della Compagnia di Voghera, interrogata dal pm Paolo Mazza. Oggi la Procura chiederà la conferma della misura cautelare della custodia in carcere, salvo particolari elementi di novità che dovessero emergere in sede d’interrogatorio. Ma si dovrà attendere la valutazione del giudice per l’indagine preiliminare, che dovrà confare o meno la carcerazione scattata nella serata di domenica, quando Barone è stata portata nella sezione femminile della casa circondariale di Vigevano.
Dovrebbe invece essere notificata oggi la data dell’autopsia, che potrebbe essere fissata per domani, che dovrà far luce sulla causa del decesso di Gatti e sulla dinamica della tragedia accaduta nella sua casa in località Canavera di Ruino, frazione di Colli Verdi, nella nottata tra sabato e domenica. Il corpo dell’anziano è stato trovato a terra in camera da letto, con una piccola ferita alla nuca ma in un lago di sangue, dopo l’allarme lanciato verso le 8 di domenica proprio dalla donna, ex moglie del nipote dell’89enne al quale faceva da badante, vivendo nella medesima abitazione insieme anche al figlio di lei, che però sabato e domenica non era in casa, come ogni fine settimana. Liliana Barone non ha chiamato subito i soccorsi ma si è rivolta all’ex marito, che abita nelle vicinanze come molti altri parenti residenti nel borgo che conta poche decine di abitanti, tutti imparentati fra loro.
Erano stati i parenti a chiamare poi i soccorsi ai quali la 45enne "in stato confusionale – come spiegato dai carabinieri nella nota sull’arresto per omicidio – ha riferito di aver provocato la morte del Gatti, senza spiegarne modalità e ragioni". Non una confessione, forse uno sfogo che potrebbe essere stato provocato dal senso di colpa per la morte dell’anziano che accudiva come badante ma con l’affetto di una nipote.