
L’auto distrutta a seguito dell’incidente costato la vita a Riccardo
Pavia - Si è aperto ieri in tribunale a Pavia il processo per lo schianto mortale di via Scopoli a Pavia del 17 settembre 2019, in cui perse la vita il 26enne Riccardo Tirelli. Alla sbarra con l’accusa di concorso in omicidio stradale ci sono il funzionario comunale dell’ufficio mobilità di Pavia L.B., M.P. di Asm Pavia e F.C. titolare di una ditta lomellina che aveva eseguito i lavori lungo la via. Sono parti civili al processo la mamma, assistita dall’avvocata Laura Sforzini, e il papà di Tirelli, mentre Comune di Pavia e Asm Pavia sono costituiti come responsabili civili.
Secondo la ricostruzione dell’accaduto, Tirelli era alla guida di una spider Mazda, accanto a lui al posto del passeggero viaggiava un amico. Percorrendo la piazza del municipio, nelle vicinanze di un cantiere avviato per costruire un attraversamento pedonale, l’auto aveva colpito un dosso, per poi schiantarsi contro il muro di palazzo Mezzabarba. Riccardo Tirelli era morto sul colpo, l’amico invece era rimasto ferito. Per le accuse, l’attraversamento non sarebbe stato realizzato in adeguamento alle indicazioni della normativa, risultando quindi pericoloso. Erano quindi stati individuati i tre soggetti che, per l’accusa, avrebbero avuto un ruolo nella vicenda: in seguito sono stati rinviati a giudizio nell’ottobre 2021 e, poiché vengono giudicati con rito ordinario, ora stanno affrontando il dibattimento. Ieri l’udienza è stata rinviata al 31 maggio, data in cui si entrerà nel vivo con i primi testimoni. Sono state previste date fino all’autunno.
Per l’avvocata Laura Sforzini l’apertura del processo è significativa: "Da oggi si potrà scoprire la reale verità processuale mettendo così a tacere i molti non addetti ai lavori che dal momento dell’incidente diffondono ricostruzioni del tutto personali dell’accaduto. Ora si spera di poter dare giustizia a un ragazzo di ventisei anni che aveva una vita piena di sogni e progetti davanti".