
Il trapper Jordan Jeffrey Baby
Pavia, 12 marzo 2025 – Uno striscione con il volto di Jordan Tinti e chi gli ha voluto bene stretto attorno al padre Roberto. A un anno di distanza dal suicidio nella sua cella di Torre del Gallo, a Pavia, il rapper 26enne è stato ricordato davanti al carcere.
“Dalla morte di Jordan per me ogni giorno è difficile – ha raccontato il padre del giovane finito dietro le sbarre per una rapina commessa insieme a un amico -, ma queste manifestazioni mi aiutano a tirare avanti. Jordan non era né un santo né un diavolo, ha pagato troppo per quello che ha fatto”.
Una storia tragica quella di Jordan alias Jeffrey Baby che stava scontando una condanna a 4 anni e 4 mesi per rapina. In carcere ha subito maltrattamenti e anche una violenza sessuale. Nel tentativo di fare chiarezza sulla fine del giovane è aperto un fascicolo per omicidio colposo. “Il procedimento per la morte di Jordan – ha detto l’avvocato Federico Edoardo Pisani – è ancora in fase di indagini preliminari attendiamo dei risvolti, perché a un anno di distanza l’attesa si fa sentire”.
I magistrati dovranno chiarire se il 26enne, che aveva problemi psichici legati all’abuso di stupefacenti e psicofarmaci, abbia deciso di togliersi la vita dopo le violenze subite in carcere.