
La Caritas lancia l’allarme: "Più poveri, meno donazioni. A rischio i pacchi alimentari"
I frigoriferi di molte famiglie sono ancora pieni e si calcola che il 5% del cibo acquistato durante le feste finirà nella spazzatura. A fare da contraltare a questo spreco è l’Sos di Caritas: stiamo finendo il cibo destinato ai pacchi alimentari delle famiglie in difficoltà. Le scorte in magazzino riusciranno a coprire il fabbisogno fino a metà di gennaio, perché sono aumentate le richieste e contemporaneamente diminuite le donazioni da cittadini e imprese. Sono 180 i nuclei che ricevono un pacco alimentare, quasi mille persone, 200 bambini e adolescenti.
Scarseggia il latte a lunga conservazione ma anche la passata di pomodori, la farina e lo zucchero. Persino la pasta, che fino a poco tempo fa era abbondante, ora basta per una settimana. "L’inflazione che ha fatto aumentare tutti i prezzi – dicono alla Caritas – e i timori per il futuro stanno frenando la cultura del dono che a Pavia c’è sempre stata". Quest’anno Caritas è riuscita a raccogliere circa 37mila prodotti e ha distribuito 2.460 pacchi.
"L’obiettivo per il prossimo futuro è rinforzare la nostra rete per raggiungere nuclei familiari in contesti più fragili – sottolinea il direttore della Caritas, don Franco Tassone – perché ci spiacerebbe molto non dover dare più pacchi a nessuno. Caritas Pavia ha come vocazione la ricerca e la costruzione di percorsi che rappresentino un riscatto dalle situazioni di povertà. In questo travagliato periodo storico sono tre le principali emergenze che attanagliano le persone tra noi maggiormente in difficoltà. La prima criticità è rappresentata dall’emergenza alimentare".
La colletta alimentare effettuata all’inizio dell’autunno è andata malissimo, meglio quella di Natale. L’iniziativa “Aggiungi un Pasto a tavola“ lanciata in occasione di San Siro non è andata benissimo. "Fare posto a qualcuno – aggiunge don Franco – vuol dire non togliere nulla a noi e regalare la nostra amicizia a qualcuno, perché anche la solitudine è una forma di povertà". Ma di fronte alle sempre più numerose richieste, i cuori sono chiusi proprio ora che a chiedere aiuto non sono più solo i disoccupati. Anche chi ha un lavoro e 2 o 3 figli non riesce più a far fronte a tutto con il proprio stipendio e bussa alla porta di Caritas nella speranza che si riempia presto il magazzino.