REDAZIONE PAVIA

La cerimonia nel Famedio. Quattro cittadini illustri inseriti in un luogo speciale

Tanto orgoglio e commozione tra i familiari della filologa Maria Corti e del naturalista Pavan, dell’imprenditore Ravizza e dell’ematologo Storti .

La cerimonia nel Famedio. Quattro cittadini illustri inseriti in un luogo speciale

Il sindaco Michele Lissia e le autorità hanno presenziato allo scoprimento delle nuove targhe

I nomi di altri quattro pavesi illustri si trovano da ieri nel Famedio. Davanti ai parenti della filologa Maria Corti, del naturalista Mario Pavan, dello stilista e imprenditore Giuliano Ravizza e dell’ematologo Edoardo Storti sono stati ricordati i pavesi che hanno fatto grande Pavia. "Con questa cerimonia – ha detto l’assessore ai Servizi cimiteriali Rodolfo Faldini – si vuole ricordare chi ha dato lustro alla città ed è ben presente nella memoria dei pavesi, come dimostrano le numerose candidature presentate da molti cittadini. Tutte le persone illustri che sono state indicate sono un augurio per rendere Pavia ancora più bella, creativa, libera e giusta". Nel cimitero monumentale il Famedio è un luogo speciale perché coloro che vi sono inseriti sono un esempio per la collettività, uno stimolo per esprimere al meglio i propri talenti.

"Una giornata molto importante – ha sottolineato Gabriella Pavan, figlia di Mario, docente dell’Ateneo pavese dove nel ’64 ha fondato l’Istituto di entomologia nonché ministro dell’Ambiente con Amintore Fanfani – per nulla formale, ma molto sentita. Si percepiva il sentimento, i pavesi hanno colto l’importanza del lavoro compiuto dalle persone che hanno ottenuto il riconoscimento. Ho toccato con mano un senso di comunità". Inserito nel Pantheon pavese anche Giuliano Ravizza, che ha portato Pavia nel mondo come simbolo di eleganza e poi con lo sport quando ha sponsorizzato la squadra di basket degli anni d’oro.

Alla cerimonia hanno assistito la moglie e i figli. Presente anche la figlia di Maria Corti, filologa, critica letteraria, scrittrice e semiologa, che ha a lungo insegnato all’Università di Pavia dove ha creato il Fondo Manoscritti. "Per me è stata una soddisfazione particolare – ha aggiunto Margherita Storti, figlia di Edoardo, ematologo e professore universitario, che ha diretto l’Istituto di Patologia medica e Clinica medica del San Matteo – Sono figlia unica e ho sempre avuto accanto solo mio papà perché ho perso la mamma a 10 anni". "Mio nonno per me è sempre stata un esempio a livello professionale e umano – ha ricordato Stefano Filomeni, nipote di Storti – Siamo lieti di questo riconoscimento che la Battellieri Colombo ha portato avanti insieme all’associazione Amici del San Matteo e a Walter Vai".

Manuela Marziani