
La Finanza: "Evasore fiscale seriale". Sequestrati immobili per 12 milioni
Aveva messo a punto un complesso sistema che, attraverso vendite immobiliari fittizie, generava crediti Iva immediatamente reinvestivi nel mattone, eludendo ogni possibile accertamento erariale. I militari del Comando provinciale di Pavia della Guardia di finanza hanno applicato la misura cautelare patrimoniale emessa dal Tribunale di Milano nei confronti di un imprenditore settantenne di Gropello Cairoli che risultava nullatenente: gli sono stati sequestrati immobili per un valore di oltre 12 milioni.
Per risalire a lui gli investigatori delle Fiamme gialle, coordinati dal sostituto procuratore di Pavia Andrea Zanoncelli, hanno effettuato un lungo e complesso lavoro perché, per tenere lontani da sé gli occhi del Fisco, l’imprenditore utilizzava una quantità di “società schermo“, 28 in totale, con sede oltre che in Italia anche in Svizzera, Romani e nel Principato di Monaco. Inoltre per le sue operazioni utilizzava prestanome, almeno 16 quelli identificati.
Attivo nel settore edile e immobiliare già dai primi anni Ottanta l’imprenditore, con alle spalle numerose denunce e condanne soprattutto in ambito fiscale, è stato scrupolosamente analizzato dai Finanzieri, che hanno ricostruito le imposte evase nel tempo in forma di debito con il Fisco. Proprio il profitto dell’evasione che è stata così generata è stato messo in relazione diretta con la progressiva crescita del patrimonio immobiliare dell’imprenditore settantenne lomellino, crescita che è risultata ingiustificata rispetto ai redditi dichiarati, tanto da farlo classificare come "evasore fiscale seriale" e soggetto "socialmente pericoloso" in modo da giustificare la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro prevista dal Codice antimafia.
La poderosa operazione di recupero dei fondi sottratti alle casse pubbliche ha portato le Fiamme gialle a porre i sigilli a 36 appartamenti soltanto tra Milano e Pavia, a 12 cantine e autorimesse, a due capannoni e ad altrettanti terreni edificabili oltre a una palazzina di cinque piani ad Alassio (Savona), già destinata a ospitare un albergo, e a un ex convento di Montalto Dora, in provincia di Torino, bene considerato addirittura "di interesse storico", per un valore complessivo appunto superiore ai 12 milioni.
Umberto Zanichelli