NICOLETTA PISANU
Cronaca

La presunta frode col vino adulterato: "Nessuna perizia sostiene l’accusa"

Parla il legale di Carini, rinviato a giudizio con la cantina di Canneto Pavese

Il difensore Stefano Bruno

Il difensore Stefano Bruno

CANNETO PAVESE (Pavia)

"Questo processo per associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio di vini ha un’assoluta peculiarità: non c’è una sola analisi tecnica che corrobori l’ipotesi accusatoria. Abbiamo rappresentato questa circostanza al gup in udienza preliminare, depositando memorie difensive, e sarà certamente posta al centro dell’attenzione del Tribunale durante il dibattimento da parte della difesa".

Così commenta l’avvocato Stefano Bruno che rappresenta Alberto Carini, 49 anni, ex presidente e membro del CdA della cantina di Canneto Pavese all’indomani del rinvio a giudizio del proprio assistito con altri ex vertici della cantina e conferitori di uva. A vario titolo le accuse sono di frode in commercio e violazioni fiscali ma all’ex presidente e ad altri quattro imputati è appunto contestata anche l’associazione per delinquere.

Il contesto è quello dell’inchiesta sulla presunta frode del vino avvenuta tra 2018 e 2019 quando – secondo l’accusa – in cantina furono gestite uve diverse da quelle descritte nei documenti amministrativi per produrre vino presentato come Doc, Igt e bio senza però che lo fosse davvero.

Un’inchiesta sorta in seguito a un controllo da parte di un ente durante la vendemmia 2018, che aveva portato a individuare irregolarità. In seguito, nel corso dell’iter giudiziario, spiega l’avvocato Bruno che "tutte le analisi, non compiute da periti di parte ma da istituti pubblici, svolte sui vini di fatto sconfessano le accuse. Non c’è una sola consulenza che attesti che il vino fosse adulterato". A luglio si aprirà il dibattimento: "Rimaniamo totalmente convinti della mancanza di sussistenza di prove per ogni ipotesi accusatoria e confidiamo che venga riconosciuta in dibattimento la piena innocenza di Carini e dei coimputati – aggiunge il difensore – Peraltro il dottor Carini sin da quando ha potuto, in fase di indagini preliminari, si è sempre dichiarato e professato completamente innocente ed estraneo rispetto alle accuse mosse e con i testimoni e consulenti che nominerà in fase di dibattimento confida di riuscire non solo a sconfessare l’ipotesi accusatoria ma di dimostrare finalmente la propria piena innocenza".

L’udienza preliminare si è chiusa con cinque proscioglimenti e quattro messe alla prova, tutti gli altri imputati sono stati rinviati a giudizio. La cantina di Canneto è stata in parte prosciolta per la prescrizione di alcuni capi d’imputazione tra cui l’associazione, ma per altre accuse è stata rinviata a giudizio e al contempo è anche parte civile contro alcuni imputati.

Nicoletta Pisanu