MANUELA MARZIANI
Cronaca

Smartphone agli adolescenti, la proposta: “Causa danni, va dato dopo la seconda media”

In un convegno le regole per salvaguardare il benessere dei ragazzini fagocitati dalla Rete

La proposta salva-adolescenti: "Lo smartphone causa danni. Va dato dopo la seconda media"

In un convegno le regole per salvaguardare il benessere dei ragazzini fagocitati dalla Rete

Secondo la ricerca esiste una correlazione negativa tra l’uso intensivo dello smartphone e dei social media e il benessere dei preadolescenti: i livelli di ansia e depressione sono cresciuti di oltre il 50% a partire dal 2010. Eppure già in prima media la maggioranza dei bambini ha un dispositivo personale, anche se studi italiani e internazionali concludono che la precocità di arrivo dello smartphone si associa a minori performance scolastiche, minori competenze digitali e minore benessere. In adolescenza poi i problemi riguarderebbero adescamenti online, cyberbullismo e nuove dipendenze digitali.

Per questo il gruppo Patti Digitali Pavesi in collaborazione con la Fondazione Collegio Universitario Santa Caterina, l’associazione Piccoli Passi e con il patrocinio del Comune ha tenuto ieri un incontro formativo appunto sui Patti digitali, per un’educazione di comunità all’uso della tecnologia. Al centro dell’accordo, la decisione di posticipare a non prima della seconda media l’arrivo dello smartphone personale e liberamente connesso alla Rete: che non preclude un accesso alla Rete da parte dei bambini e dei preadolescenti (che può e deve avvenire in sicurezza attraverso altri dispositivi più adatti come pc e tablet), ma li protegge e facilita il rispetto del limite di età di accesso ai social, già definito per legge ma disatteso.

“I nostri figli e lo smartphone: facciamo un patto?“ il titolo dell’incontro dove è stato posto l’accento sul senso di comunità. "Genitori, scuole, pediatri, istituzioni, oratori, scout, società sportive, cooperative sociali e altri contesti educativi e di vita comune devono fare squadra attorno alle famiglie – è stato detto durante l’incontro – Così ci sono maggiori possibilità di avere successo nella diffusione di strategie efficaci per l’educazione all’uso delle nuove tecnologie".

Cinque le regole: maggiore trasparenza fino ai 14 anni con password comunicata ai genitori e monitoraggio periodico delle attività online; orari e luoghi definiti per l’uso dello smartphone, che non dev’essere tenuto acceso la notte in camera e non dev’essere portato a tavola; no all’utilizzo autonomo di social e whatsApp prima dei 13 anni; verifica dei contenuti e dell’età adatta per App e giochi; firma con i figli in occasione della consegna dello smartphone.