
Bandiere Ue vessilli arcobaleno e drappi ucraini hanno sventolato in Ateneo Tra i motti: «Disarmiamo il mondo e riempiamo i granai»
Tante bandiere dell’Unione europea, molti vessilli arcobaleno, qualche drappo ucraino ma nessuna bandiera di partito anche se non è mancato un pizzico di “pepe“. "Disarmiamo il mondo e riempiamo i granai" e anche "Sì all’Europa di Spinelli, no all’Europa di Von der Leyen" hanno scritto sui cartelloni che tenevano sotto i portici, al riparo dalla pioggia. Ieri pomeriggio, in concomitanza con la manifestazione romana ideata da Michele Serra e con lo stesso spirito, nel Cortile delle statue dell’Università si è ritrovato il popolo europeista.
Oltre 250 manifestanti hanno sfidato gli scrosci d’acqua per far sentire il loro bisogno di unità. "Solo così gli europei – è stato detto – possono contrastare le autocrazie nazionaliste e salvare i loro valori: libertà, democrazia, giustizia, solidarietà, un modello nuovo di convivenza tra i popoli e la pace nella libertà". Se a Roma la manifestazione si è svolta in piazza del Popolo, Pavia ha scelto l’Ateneo: "L’Università – ha spiegato Gianni Francioni, ex docente e prorettore nella squadra di Angelo Stella, che ha organizzato la manifestazione – fin dal Medioevo è un’istituzione europea. È nata e si è rapidamente diffusa in tutto il continente come scuola di alta cultura. L’Erasmus allora non era un programma, ma gli spostamenti degli studenti erano un dato di fatto".
L’Europa federale del manifesto di Ventotene e gli Stati Uniti d’Europa sono stati più volte evocati. "Gli Stati Uniti d’Europa – ha aggiunto il coordinatore provinciale di Azione, Tommaso Bernini, che ha tirato le orecchie ai giovani poco presenti – sono una necessità e dobbiamo costruirli qui". "Essere europei è un privilegio – ha sottolineato Silvia Figini, candidata a rettrice – Ne sono convinta e sempre più penso sia necessario investire in partecipazione per rifondare un’Europa di tutti e per tutti. I nostri atenei devono essere un modello nella costruzione responsabile di una rinnovata coscienza critica, solida e ancorata sulla conoscenza come valore". E per molti Europa vuol dire pace: "È ora che l’Europa riscopra la propria ragion d’essere e faccia quello per cui è stata creata: la pace – ha concluso l’educatore in pensione Costantino Leanti – Le vere fondamenta di un’Europa politica non sono il riarmo o l’aumento delle spese militari bensì lo stato sociale alla base delle nostre carte costituzionali".