"Sin da piccola mi sono ritrovata a girovagare nei boschi, ad ascoltare la natura, imparando poco alla volta a dialogare con lei e a fidarmi di lei, suggerimento costante di grandi emozioni". Sandra Tenconi, nata a Varese nel 1937, di formazione milanese e residente da quasi 50 anni a Pavia spiega così perché ha voluto dedicare una mostra alle vette. "Montagne 1964-2024", una personale a cura di Francesca Porreca organizzata dal Comune e allestita nello spazio per le arti contemporanee del Broletto che può essere visitata fino al 26 gennaio (ingresso libero). "Per me le montagne hanno sempre avuto un significato particolare - ha aggiunto Tenconi -, e oggi sono felice di poterle esporre in questa nuova mostra".
Oltre novanta le opere fra disegni, tele e pastelli, alcune delle quali mai esposte che si possono ammirare. "Sandra Tenconi è diventata col tempo personalità artistica di prima fila, nota e amata a Pavia - ha aggiunto l’assessora alla cultura Cristina Barbieri -, dove svolge la sua attività lungo un percorso artistico di livello nazionale e internazionale. Oggi la città all’opera di Sandra Tenconi e alle sue suggestive montagne tributa il giusto omaggio, aprendole gli spazi espositivi del Broletto". I soggetti principali delle opere in mostra non sono semplici diorami di luoghi, ma diventano espressioni di stati d’animo e sentimenti interiori. Lo Skyline delle vette montuose, in particolare, occupa un posto speciale nella sua opera: dalle Alpi italiane alle cime svizzere, fino alle vette della Shenandoah Valley negli Stati Uniti, ogni paesaggio montano viene trasformato in una sorta di “ritratto“ spirituale, dove la materia cromatica si fa portatrice di emozioni complesse. Nella poetica dell’artista la natura si presenta spesso in una condizione “sospesa“ tra realtà e immaginazione. Le sue montagne non sono solo fisicamente riconoscibili ma anche sublimemente astratte, tanto che sembrano galleggiare in un’atmosfera rarefatta, tra luci, ombre e slanci cromatici improvvisi. Aspetto affascinante del suo lavoro è anche l’uso del colore, che varia a seconda del soggetto trattato. Nei dipinti che raffigurano rocce e vette tormentate, la materia pittorica si addensa e si stratifica, creando superfici ruvide e aspre che richiamano la solidità della terra. Al contrario, nelle rappresentazioni di ghiacciai e distese nevose, o delle cime avvolte dalle nubi, il colore diventa morbido e suadente, creando un senso di leggerezza e avvolgimento che sembra sfidare la gravità.