MANUELA MARZIANI
Cronaca

Pavia, quelle lettere tra il monsignore e l'amica

Il carteggio svela un inedito Cesare Angelini. Tra loro un sentimento puro

Monsignor Cesare Angelini morì nel 1976

Pavia, 9 giugno 2019 - Un carteggio  un po’ ingiallito rimasto nei cassetti per anni e passato di mano in mano fino ad arrivare a noi. Lettere, cartoline e dediche che raccontano un inedito Cesare Angelini. Il monsignore e letterato, infatti, per 50 anni ha coltivato un’affettuosa amicizia con una donna, Angela Arrigoni. Un sentimento profondo e puro, che i due hanno mantenuto nonostante le sollecitazioni ricevute a interrompere quel rapporto epistolare giudicato sconveniente per la mentalità di una città di provincia della prima metà del secolo scorso. "Le scriverò ancora presto; Lei venga ancora presto a trovarmi. Sappia ch’io sono un bravo figliuolo; più bravo di quello che pensa. E m’è caro finire anche questa giornata (sono le dodici al Duomo) inviando a Lei il pensiero più affettuoso. Col quale salto in letto e buona notte. Suo A". Non si firmava, monsignor Angelini oppure usava il cognome, anche se quello tra Cesare e Angela non era un rapporto distaccato. Era una relazione che i due avevano voluto salvare e preservare per 50 anni.

Nata a Morimondo nel 1893, Angela settima di otto figli si è trasferita a Campeggi, una frazione di Pavia, e secondo il costume dell’epoca avrebbe dovuto farsi suora seguendo le orme del fratello Luigi che era sacerdote. Ma non sentiva di possedere la vocazione. Forse più propensa per la letturatura. Non a caso ha conosciuto Ada Negri e anche Cesare Angelini, amico del fratello Luigi. Una volta sposata con Carlo Tagliabue nel 1934, si è trasferita ad Abbiategrasso, ma non ha interrotto i rapporti con il monsignore. "S’andrebbe poi, giacché siamo sulla strada, a trovare la signora di Abbiategrasso – scriveva Cesare Angelini a monsignor Luigi Arrigoni nel novembre 1938, invitandolo a Torre d’Isola per le imminenti festività natalizie –, che non ho ancora visto in casa sua tra i suoi bambini". Quella signora, rimasta finora senza nome, era appunto Angela. "Dunque è tornata la mia crocerista? - scriveva monsignor Angelini in occasione di un viaggio della donna - Sabato venturo avrei caro di poterla vedere. Verso le quattro io sono in S. ad aspettarla con desiderio. Ben tornata! Suo affezionatiss. A".

Del rapporto  che la rivoluzionaria Angela aveva con Cesare Angelini era informato anche il marito Carlo che, quando voleva scrivere al monsignore era lui stesso a spedirle le lettere. Quella corrispondenza che va dal 1929 al 1975 è stata conservata dalla donna fino alla sua morte avvenuta nel 1978 e poi è passata alla figlia, Emilia Tagliabue che le ha tenute in un cassetto. "E’ stata Emilia, che ho conosciuto una decina di anni fa quando ho scritto il volume dedicato a monsignor Luigi Arrigoni, a invogliarmi a pubblicarle - ha raccontato Mario Comincini, che ha curato il volume “Una vera e propria amicizia che fa tanto bene” -. Segno che non c’era nulla di male".