Da dieci giorni attivisti provenienti da tutta Italia, stanno partecipando a un presidio spontaneo davanti al rifugio “Cuori liberi“ dove la peste suina africana ha ucciso 21 dei 38 suini ospiti. Appena avuta la diagnosi è arrivata la condanna a morte di tutti i maiali, malati o sani, da parte dell’autorità sanitaria. Da quel momento centinaia di attivisti si sono mobilitati e ieri si sono barricati nel rifugio tentando di impedire l’accesso ai veterinari dell’Azienda sanitaria locale e delle autorità che vorrebbero abbattere i maiali ospiti. Sono determinati a non cedere. Ieri sera si potevano notare manifestanti incatenati ai cancelli, barricate con trattori e altri mezzi. Il tutto davanti agli uomini delle forze dell’ordine. "La presenza fissa sempre più partecipata al presidio è la conferma di una volontà collettiva d’impedire il massacro - commenta Sara d’Angelo, coordinatrice della Rete dei santuari di animali liberi in Italia -. La nostra lotta proseguirà fino a quando saranno tutti al sicuro". "Abbiamo con noi i maialini anche da 8 anni - spiega Ivano Rostiti del rifugio -, ce li hanno portati o siamo andati a prenderli perché maltrattati. Li abbiamo curati e salvati, ora ce li vogliono uccidere. Eppure molti animali stanno bene. Studiamoli, cerchiamo di capire che cosa accade in totale sicurezza". Proprio nel rifugio della frazione Sairano stanno emergendo aspetti ancora poco noti della malattia.
"Guardiamo ad esempio alla maialina Mercoledì con attenzione e speranza - prosegue Sara d’Angelo -: dopo aver attraversato la fase acuta ora sta bene. Alla luce di questa esperienza vogliamo che i rifugi diventino punti di osservazione della malattia, dove studiare in sicurezza chi esce indenne dalla peste suina africana o chi non la prende affatto. I rifugi non sono allevamenti e rifuggono dalle logiche della zootecnia. L’attuale emergenza sanitaria supera tutte le tutele che pure sono previste per gli animali dei rifugi, ma la peste suina africana non si trasmette all’uomo, e l’abbattimento degli animali sani nel rifugio punta solo a salvaguardare gli interessi economici degli allevamenti". I responsabili del rifugio “Cuori liberi“ chiedono alle istituzioni che questi suini possano rimanere in vita, isolati nel rifugio. Intanto il deputato Devis Dori di Alleanza Verdi e Sinistra ha depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere ai ministri di Agricoltura e Ambiente di trovare una soluzione per scongiurare gli abbattimenti.