
Selene Pettineo, figlia della vittima, col fratello e il fidanzato in un momento della fiaccolata
CHIGNOLO PO (Pavia)La fiaccolata silenziosa di mercoledì sera a Lambrinia ha voluto sottolineare la "fame di tenerezza" da opporre alla violenza del femminicidio. Ma i familiari della vittima hanno altrettanta fame di giustizia e la duplice confessione del compagno non chiude del tutto il caso. Mercoledì è stata infatti eseguita l’autopsia sul corpo di Sabrina Baldini Paleni, la cinquantaseienne strangolata da Franco Pettineo, 52 anni, reo confesso dell’omicidio commesso giovedì sera nella loro casa di via Mariotto, nella frazione Lambrinia di Chignolo Po.
L’esame autoptico fa parte degli accertamenti disposti dalla Procura di Pavia nell’indagine sul femminicidio per ricostruire l’accaduto e cercare riscontri alla versione fornita dal reo confesso già nel primo interrogatorio dei pm nella caserma dei carabinieri di Pandino, in provincia di Cremona, appena dopo averlo rintracciato nel pomeriggio di venerdì a Dovera, poi confermata nell’interrogatorio del gip di Cremona che lunedì ha convalidato il fermo, disposto la custodia cautelare in carcere e trasmesso gli atti alla Procura pavese.
L’autopsia ha confermato la morte per strangolamento, ma si dovrà attendere il deposito del referto autoptico, all’esito di tutti gli esami effettuati, per l’eventuale conferma, come da confessione, che la donna sia stata strangolata a mani nude, in un gesto d’impeto a conclusione di una lite, e non con una corda o altro, ciò che farebbe ipotizzare un gesto premeditato, come sospettano i figli della donna riferendo le tensioni con il compagno.
Per gli sviluppi giudiziari occorre attendere i tempi della giustizia, ma nel frattempo mercoledì sera oltre 500 persone, con il sindaco di Chignolo Po Antonella Zanaletti e altri primi cittadini della zona con fasce tricolori, hanno partecipato alla fiaccolata silenziosa dall’oratorio di Lambrinia alla casa di via Mariotto lasciando fiori e candele all’ingresso e uno striscione sulla cancellata. "La tenerezza è la strada che dobbiamo seguire per vincere la violenza", commenta il parroco, don Luca Massari.