Chiuderà a gennaio il magazzino Geodis di Landriano. Il fulmine a ciel sereno si è abbattuto l’altra sera sulle organizzazioni sindacali che sono state convocate proprio per comunicare loro che Geodis non ha rinnovato il contratto di affitto con il committente. Immediatamente è scattata la protesta perché ci sono 264 famiglie che non conoscono il loro destino, non sanno se tutti i lavoratori saranno riassorbiti o se soltanto alcuni potranno continuare ad essere occupati e, nel caso, quanti avranno una nuova opportunità magari con un nuovo committente. "Rivendichiamo il nostro posto di lavoro - ha detto Cassandra Fidente delegata del SìCobas, sindacato che fin da giovedì sera ha iniziato una protesta davanti ai magazzini di Landriano -. Vogliamo sapere che cosa ci succederà e vorremmo saperlo prima di gennaio. Peccato che nessuno si degni di farci sapere nulla".
Al momento l’unica certezza è che i dipendenti del sito di Landriano non hanno lavoro e sono molto preoccupati per il loro futuro. E anche dai magazzini Geodis di Carpiano, Copiano, Marzano e Massalengo sono arrivati a portare la loro solidarietà ai colleghi che rischiano il posto. Sulla cancellata sono comparse le bandiere del sindacato Sì Cobas e striscioni per rivendicare il diritto al lavoro. Lunedì una delegazione di lavoratori sarà ricevuta in prefettura nella speranza di poter chiarire una situazione che appare molto nebulosa. Nel frattempo, i dipendenti sono estremamente preoccupati. Tra loro anche alcuni con qualche filo grigio tra i capelli che potrebbero essere meno facilmente ricollocabili e ritrovarsi disoccupati a un passo dalla pensione. Un’apprensione che contagia anche i lavoratori degli altri siti perché quanto accaduto ai dipendenti di Landriano non è detto che non si riproponga anche negli altri magazzini che si occupano di logistica. Non è la prima volta che Geodis è in lotta, oltre un anno fa per alcuni esuberi, i lavoratori hanno scioperato e lo hanno fatto anche per avere malattia, tredicesima e quattordicesima regolarmente retribuite. M.M.