NICOLETTA PISANU
Cronaca

Pavia: maltrattamenti alla ex, condannato

Tre anni e provvisionale di 8mila euro a un 44enne. Aveva una gelosia di carattere morboso

L’ingresso del Palazzo di giustizia

Pavia, 18 novembre 2020 - I tentativi di strangolare la consorte, le botte, le persecuzioni. Una vicenda di maltrattamenti e lesioni portata a processo applicando la normativa del “Codice rosso“, nei giorni scorsa è giunta alla conclusione del primo grado di giudizio. Così, un quarantaquattrenne pavese è stato condannato a tre anni di reclusione, il giudice del tribunale di Pavia ha stabilito anche una provvisionale da 8.000 euro da versare alla ex moglie, parte civile al procedimento.

La donna, di trent’anni, è stata vittima delle angherie del marito dal 2016 al novembre 2019. Lui l’aggrediva fisicamente e verbalmente, aveva atteggiamento violenti nei suoi confronti e la maltrattava. In particolare, secondo le accuse, almeno una volta a settimana la insultava esprimendo una gelosia morbosa. In tre occasioni poi ha percosso la donna. In primis, nel corso delle festività natalizie del 2017, l’ha afferrata per il collo cercando di strangolarla. A maggio 2019 invece, sembra mentre era in stato di alterazione a causa dell’alcol, l’ha presa per i capelli e tirandole un orecchino le ha lacerato il lobo di un orecchio. A settembre dello stesso anno l’ha insultata, le ha spaccato il telefono e poi l’ha presa per il collo, l’ha sbattuta contro lo stipite della porta e l’ha massacrata di botte. In quell’occasione lei aveva chiamato i carabinieri: nonostante la presenza dei militari ha continuato a insultarla e offenderla.

Quando poi la donna aveva deciso di trasferirsi dalla madre, lui aveva iniziato a tempestarla di messaggi alternando insulti a suppliche di tornare insieme. La denuncia della donna ha portato all’applicazione della legge numero 69 del 19 luglio 2019, comunemente denominata “codice rosso“, che consente un intervento giudiziario più veloce nei casi di violenza domestica o di genere. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a tre anni e sei mesi per l’imputato, la sentenza è di tre anni. 

"Come parte civile siamo soddisfatte della condanna, tuttavia ci aspettavamo una pena più severa perché a oggi di fatto dovrà scontare circa due anni solamente, con la possibilità di essere poi affidato ai servizi sociali e quindi in uno stato di libertà, una situazione che sarebbe preoccupante per la mia assistita", ha commentato l’avvocato Laura Sforzini che ha assistito la parte offesa.