di Manuela Marziani
Una persona "fiscalmente e socialmente pericolosa", con una "condotta sistematica, che si autoalimenta da oltre 40 anni di evasione che finanzia altra attività commerciale di ingente importo e che permette altra evasione e la produzione di altri redditi illeciti". La Procura di Pavia definisce così Vincenzo Scandurra, 74 anni, imprenditore che risiede a Montecarlo, ma ha in Lomellina dove è domiciliato, il centro dei suoi affari. Affari sconosciuti al fisco, però. Ieri i finanzieri del comando provinciale di Bologna su delega del procuratore aggiunto Mario Venditti e del sostituto Andrea Zanoncelli, hanno eseguito un maxi sequestro di beni mobili, immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie, detenuti anche all’estero, per un valore di 30 milioni di euro. Una fortuna che l’uomo, "evasore totale" per gli inquirenti, che effettuava compravendite di auto di lusso e storiche, avrebbe costruito attraverso spericolate operazioni finanziarie. Dal 1979 a oggi Scandurra ha costituito 26 società in Italia e 6 all’estero servendosi di prestanomi tra cui due morti, inabilitati e una persona affetta da psicosi cronica.
Il tribunale di Milano accogliendo la richiesta della Procura di Pavia, ha disposto il sequestro di 55 auto (Bentley, Range Rover, Porsche e d’epoca), 3 ville a Gambolò, Vigevano e una a picco sul mare della Costa Azzurra, una cascina e terreni a Novara, quote societarie che fanno capo all’imprenditore, 50 conti correnti e 800mila euro in contanti. Il provvedimento cautelare scaturisce dallo sviluppo dell’operazione "Mille miglia", avviata nel 2016 che ha preso le mosse dal fallimento di una società con sede fittizia a Bologna e ha consentito di ricostruire episodi di bancarotta dovuti a distrazioni milionarie, finalizzate a evitare all’Erario di riscuotere il debito tributario di oltre 100 milioni accumulato. Le indagini, sfociate nella denuncia di 15 persone, di cui una arrestata, hanno appurato come l’imprenditore vendesse in Italia auto di pregio in totale evasione d’imposta, sia come persona fisica che attraverso le numerose società. Le Fiamme gialle hanno compiuto accertamenti ricostruendo la lunga "carriera criminale", connotata anche da molti episodi di usura, riciclaggio e bancarotta fraudolenta. L’uomo risultava indigente, avendo dichiarato redditi negli ultimi 40 anni di poco superiori ai 150mila euro, a fronte di una ricchezza milionaria.