
Lorenza Secondi è stata minacciata anche in aula dal vicino, Maurizio Caruso
Potrebbe essere sottoposto a perizia psichiatrica l’uomo che da anni tiene in scacco i vicini dello stabile Aler di via Piave. È stato il suo difensore, Alessio Corna ieri a chiedere l’accertamento perché durante l’udienza del processo che vede il quarantaquattrenne e la sua compagna Viviana Panzarini (60 anni) imputati per stalking, minacce, atti persecutori e lesioni, Maurizio Caruso ha inveito contro la sua accusatrice, Lorenza Secondi. "Ti ammazzo. Ti faccio saltare il cervello" ha urlato l’imputato, mentre la sua compagna piangeva mostrandosi pentita. È accaduto quando la donna di 46 anni, rispondendo alle domande del giudice Valentina Nevoso stava raccontando le due aggressioni subite il 30 settembre e poi il 17 dicembre 2023, mentre si trovava nel cortile del palazzo per gettare una bottiglia d’olio ed è stata afferrata alle spalle da Caruso che le ha puntato un coltello alla gola. L’uomo urlava e la convivente, stando alle accuse, lo incitava. "Non è vero niente – ha urlato Caruso –. Non ti ho mai fatto niente, ti sei inventata tutto. Anche i certificati medici che hai sono falsi". La giudice così ha allontanato l’imputato e la donna ha continuato a raccontare come sia cambiato il suo stile di vita a causa delle prepotenze dei vicini che abitano al primo piano. "Esco soltanto per andare al lavoro – ha ammesso Lorenza Secondi, 46 anni –, non vado più a trovare mia madre che è ospite di una Rsa, non vado a fare la spesa e non porto i miei cani a passeggiare. Prima di imboccare le scale, mi faccio il segno della croce". Anche adesso che la coppia è rinchiusa dietro le sbarre del carcere, Lorenza Secondi non è tranquilla. "Temo sempre che dalla porta del loro appartamento – ha aggiunto – rimasta aperta dopo l’irruzione della Polizia, i due escano mentre passo. Ho paura che ritornino come è già successo". All’udienza di ieri avrebbe dovuto essere presente anche Aler perché la coppia avrebbe occupato abusivamente l’alloggio, ma l’Agenzia per la casa non c’era. Neppure diversi vicini convocati come testimoni hanno potuto essere presenti per motivi di salute. Per l’eventuale perizia psichiatrica si dovranno attendere alcuni mesi, non è escluso che il vicinato chieda di rivolgersi a un perito di parte.
Manuela Marziani