"Riteniamo che sia infondata la pretesa dei lavoratori, già soddisfatta dagli accordi sindacali sottoscritti nel 2018 al termine delle trattative che hanno coinvolto anche la prefettura". Fondazione Mondino ha annunciato così che proporrà appello alla sentenza con la quale è stata riconosciuta, a cinque dipendenti, l’indennità una tantum pari a mille euro lordi e il disconoscimento dell’accordo 2021. "Il contenzioso – dice il direttore generale Gianni Bonelli – risale a circa tre anni prima dell’inizio del mio incarico in Fondazione Mondino e quindi ho la necessità di approfondire i contenuti, i presupposti e la documentazione relativa. Valuterò con la dovuta attenzione, e con il supporto del nostro ufficio legale, le prossime azioni da intraprendere. Certo che da una prima lettura degli accordi sottoscritti a suo tempo da tutte le sigle sindacali emergerebbe un sicuro vantaggio per i dipendenti. La prosecuzione dell’efficacia di questo vantaggio, quale effetto indiretto di questa sentenza, è tra gli aspetti in corso di valutazione".
Nel 2018 al termine della trattativa e di diverse assemblee, i lavoratori si sono espressi a favore di un accordo che li ha visti ricevere tutti gli arretrati e gli emolumenti spettanti in base al contratto nazionale di lavoro della sanità pubblica (non dovuti da Fondazione Mondino che ha però rispettato gli impegni previsti), piuttosto che attendere il rinnovo del contratto nazionale della sanità privata avvenuto nel 2020. I contenuti sono stati confermati dalle stesse Cgil, Cisl e Uil nel 2021, successivamente all’entrata in vigore del contratto collettivo sanità privata che contiene l’articolo 54 che prevede l’indennità una tantum "finalizzata a riparare il disagio esistenziale subito dai lavoratori per il mancato rinnovo contrattuale per svariati anni". Secondo il Mondino questo costituisce una peculiarità che contraddistingue la Fondazione rispetto ad altre analoghe strutture del territorio già condannate a corrispondere l’indennità una tantum. M.M.