
Giovanni Maga con l’equipe nel 2008 in occasione della scoperta contro l’Hiv
Pavia – Si è spento sabato, dopo gli ultimi giorni di una lunga malattia nel reparto di Cure palliative della Maugeri in via Boezio, il virologo Giovanni Maga, 59 anni (ne avrebbe compiuti 60 a maggio). Maga è stato uno dei punti di riferimento nel periodo della pandemia, riuscendo a coniugare le conoscenze scientifiche con le capacità di divulgatore. Direttore del dipartimento di Scienze biomediche del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e già direttore dell’Igm (Istituto di genetica molecolare) con sede a Pavia, si era laureato in Biologia a Pavia nel 1989. Docente di Biologia molecolare all’Università di Pavia, nel 2022 è diventato uno dei componenti principali della Fondazione InfAct, istituto finanziato con 114 milioni del Pnrr per studiare i virus emergenti e le nuove possibili pandemie.

Il cordoglio del Cnr
“Scienziato di grande competenza e dedizione – si legge nella nota di cordoglio del Cnr – il professor Maga ha dedicato la sua carriera alla ricerca e alla divulgazione scientifica, offrendo un contributo fondamentale allo studio delle malattie infettive e della biologia molecolare, conducendo rilevanti studi sulla replicazione del Dna, sulle infezioni virali e sui meccanismi di resistenza ai farmaci antivirali. Il suo lavoro ha avuto un impatto significativo nella lotta contro virus emergenti e nel progresso delle terapie innovative. Ha pubblicato oltre 200 lavori su riviste internazionali ed è autore di diversi brevetti».
Le pubblicazioni
Ha scritto anche libri per pubblico generalista, tra cui nel 2016 “Batteri spazzini e virus che curano“ (Zanichelli), “Aids: la verità negata“ (Il Pensiero Scientifico) vincitore nel 2014 del premio letterario Franz Kafka Italia per i saggi scientifici, e “Occhio al virus“ (Zanichelli) vincitore nel 2013 del Premio nazionale di divulgazione scientifica per le scienze e la salute. «Maga – ricorda la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza - era noto per la sua abilità nel comunicare complesse nozioni in modo accessibile, favorendo la diffusione della conoscenza e dell’informazione basata su evidenze scientifiche. Nel salutare un amico e un collega, resta la speranza che il vuoto che lascia sarà colmato dai suoi insegnamenti e dal suo esempio, per ispirare ed educare nuove generazioni di scienziati».