
Mario Baldiraghi 67 anni, è stato investito da un’auto l’11 aprile a Broni Ricoverato al San Matteo dove aveva prestato servizio come infermiere è morto dopo due settimane di agonia
"Ciao amico mio, prendi la tua bici e vola in alto più che puoi come solo tu sapevi fare". Un ciclista ha voluto salutare così Patrizio Baldiraghi, 67 anni, travolto da un’auto l’11 aprile scorso, che ha cessato di vivere mercoledì pomeriggio al San Matteo. Ex infermiere del policlinico e appassionato di ciclismo, in quel pomeriggio di due settimane fa l’uomo era andato con un gruppo di ciclisti a fare una pedalata in Oltrepò. Stava percorrendo la discesa che da Canneto Pavese porta a Broni, una strada larga, senza buche, quando un’auto guidata da un anziano è uscita da un parcheggio senza accorgersi della presenza di Baldiraghi. L’uomo, che indossava il casco protettivo, cadendo ha riportato una lesione molto grave. "Appena arrivato – ha detto Massimo Torre, collega e amico di Baldiraghi – ci siamo accorti che le condizioni di Patrizio erano serie, ma aveva il fisico di un trentenne, speravamo potesse farcela". Invece, ricoverato in rianimazione, nonostante tutti gli sforzi dei medici, si è arreso.
Baldiraghi, che viveva a Cura Carpignano, era andato in pensione da un paio d’anni dopo aver lavorato a lungo al San Matteo, prima in clinica medica e poi come coordinatore degli ambulatori di ortopedia. "Era un uomo eccezionale – ha aggiunto Torre – e un infermiere validissimo. La sua passione però erano le bici da corsa". Persona generosa, il ciclista teneva accanto alla carta d’identità un biglietto con il quale, in caso di decesso avrebbe donato gli organi. E la sua disposizione è stata esaudita. "Ha dato la possibilità ad altri di poter rivivere o riavere una qualità di vita migliore – hanno commentato i colleghi affranti –. Grazie Patrizio per la testimonianza di vita che hai dato e per l’alta professionalità che hai sempre dimostrato. Ma soprattutto grazie per l’amicizia che hai regalato a tutti".
M.M.