STEFANO ZANETTE
Cronaca

Pavia, la tragedia del piccolo Munib precipitato dal balcone. “Non possiamo ancora fare il funerale”

Nessun indagato per la disgrazia di venerdì. Lunedì potrebbe essere esguita l’autopsia sul corpo del bimbo di 18 mesi che papà e mamma, disperati, vorrebbero salutare per l’ultima volta

Un’altra giornata di lacrime e dolore per la morte del piccolo Munib. Nel palazzo dal quale il bimbo di soli 18 mesi era precipitato dal balcone al quarto piano, nel tardo pomeriggio di venerdì, morendo poi in ospedale nella nottata successiva, è proseguito anche ieri l’andirivieni di amici dei giovani genitori, 23enni originari del Sudan, che abitano a Pavia da circa 3 anni.

Pavia, il punto in cui è precipitato il bambino di diciotto mesi nel tardo pomeriggio di venerdì
Pavia, il punto in cui è precipitato il bambino di diciotto mesi nel tardo pomeriggio di venerdì

"Stiamo ancora aspettando il certificato", conferma il padre Haider Mohamed Omar, riferendosi al nulla osta per la sepoltura che potrà essere rilasciato solo dopo l’autopsia, disposta dalla Procura, che potrebbe essere effettuata oggi. Non risultano indagati per quella che anche per gli accertamenti della polizia è stata una tragica fatalità, come riferito anche dalla mamma Raiga Abaker Mohamed Boush, che era in casa con l’unico figlioletto, lo aveva lavato e messo a letto, perdendolo di vista solo pochi istanti per aprire la porta a un’amica che era andata a trovarli. Solo qualche attimo che è stato sufficiente al piccolo per andare sul balcone, probabilmente salire sul triciclo e arrampicarsi sul cassone esterno del condizionatore fino a raggiungere il livello della ringhiera, sulla quale peraltro il padre aveva messo anche una rete di protezione per non far cadere i giocattoli in cortile.

Pur non essendo stata riscontrata alcuna responsabilità, per chiudere il caso viene comunque ritenuto necessario l’esame autoptico, che inevitabilmente prolunga i tempi d’attesa per la sepoltura, che per la religione islamica andrebbe effettuata il prima possibile. "Ci siamo rivolti alla moschea qui vicino che frequentiamo - dice ancora il padre del piccolo Munib - ma non abbiamo ancora potuto fissare il rito funebre". Il nome Munib in lingua araba significa ’colui che si rivolge a Dio’, un nome non particolarmente diffuso, ma che esprime una profonda devozione, confermata anche dalle parole del padre, che raccontando la sua vita a Pavia, dove lavora come meccanico in un’autofficina, ha subito sottolineato gli stretti legami con la comunità sudanese che frequenta la moschea.