STEFANO ZANETTE
Cronaca

Narcos al servizio della ’ndrangheta

Pavia, sono 15 i destinatari di misure cautelari per l’importazione di sostanze stupefacenti dal Perù

di Stefano Zanette

Narcos peruviani nel ruolo di importatori ed esportatori legati alla ‘ndrangheta. Sono dieci i capi d’imputazione, per altrettanti episodi tra il 26 luglio 2018 e il 25 luglio 2019, che hanno portato all’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Milano Alessandra Di Fazio, eseguita ieri mattina all’alba da circa 80 finanzieri del Comando provinciale della Guardia di finanza di Pavia e dello Scico (Servizio centrale investigazione criminalità organizzata), a conclusione dell’operazione "Mixtus". In tutto 15 i destinatari di misure cautelari (11 in carcere e 4 ai domiciliari), di cui 8 peruviani e 7 italiani (2 peruviani e 2 italiani ai domiciliari). Cinque destinatari dell’ordinanza (tutti peruviani, 4 destinatari di misura in carcere e uno ai domiciliari) sono ancora da rintracciare. L’unico tra gli arrestati residente in provincia di Pavia è Giovanni Di Stefano, 42enne originario di Palermo, residente a Vigevano, con già diversi precedenti tra i quali importazione illecita di sostanza stupefacente sempre dal Perù, che secondo le accuse si sarebbe occupato di ricevere i corrieri, anche grazie alla sua conoscenza della lingua spagnola. Vivono invece a Milano i fratelli Gino (61enne) e Donato (48enne) Melziade (entrambi in carcere), il primo definito nell’ordinanza "in contatto con i maggiori gruppi criminali di stampo mafioso della Lombardia". Coinvolta (ai domiciliari), anche la sua attuale compagna, già vedova dal 1982 dopo l’uccisione del marito a Milano "durante la sanguinosa guerra scoppiata tra clan pugliesi, calabresi e siciliani, per il controllo del traffico di stupefacenti a Milano". Residente a Cusago (Milano) Alessandro Molluso (in carcere), 34enne "contiguo all’omonimo clan di ‘ndrangheta". Già detenuto in carcere a Platì (Reggio Calabria) Carmelo Bonfiglio, 40enne di Polistone (Reggio Calabria), arrestato il 26 luglio 2018 con 8 chili di cocaina in un trolley, all’interno di confezioni di prodotti alimentari sudamericani. In altri episodi la cocaina arrivava dal Perù nascosta, attraverso procedimenti chimici, intrisa nei rivestimenti delle valige dei corrieri e nelle copertine di libri e riviste, per essere poi chimicamente estratta in laboratori clandestini.