Ieri mattina, dal Soccorso alpino e speleologico della Sicilia, è stata ricostruita nei dettagli dei diversi interventi una domenica particolarmente tragica sull’Etna, dove oltre a Nicola de Cardenas ha perso la vita anche un diciassettenne catanese, precipitato in un altro incidente “sempre a causa del ghiaccio, in un canalone dentro la Valle del Bove”. I tecnici della Sicilia orientale del Soccorso alpino erano intervenuti già nella tarda mattinata al di sotto della funivia dell’Etna, dove una ragazza e un ragazzo, entrambi sedicenni, erano scivolati sul ghiaccio e sono rimasti feriti impattando sugli spuntoni di roccia lavica, portati in ospedale a Catania come un altro diciassettenne di Gela scivolato con lo slittino. E, in contemporanea all’intervento per il diciassettenne poi morto, “è giunta una richiesta di soccorso – spiegano dal Soccorso alpino e speleologico della Sicilia – per uno scialpinista scivolato al di sopra del Rifugio Citelli, sul versante Nord dell’Etna. Sono arrivati i tecnici della Stazione del Soccorso alpino di Linguaglossa ed elicotteri. L’incidente, verificatosi sul canalone a Y, ha provocato il decesso e un importante malore alla persona che accompagnava lo scialpinista morto”.
Una morte improvvisa e prematura, che ha sconvolto tutti quelli che lo conoscevano, a iniziare dall’azienda fondata nel 1975 dal padre Gianluca de Cardenas, oggi 92enne, che dal 2004 aveva lasciato al figlio il controllo operativo. “Siamo tutti profondamente scossi – si legge nel toccante testo pubblicato sul sito dell’azienda – e le parole non possono esprimere quanto Nicola ci mancherà. Nicola era molto più di un leader, era un visionario. Il suo sorriso, la passione per il suo lavoro e l’impegno costante nel guidare e ispirare gli altri lo rendevano una persona davvero straordinaria. La sua eredità vivrà nei cuori di tutti coloro che sono stati toccati dalla sua gentilezza, dalla sua saggezza e dalla sua sconfinata energia”.