Vedendosi negato il riconoscimento dell’ingiusta detenzione, un italiano ha fatto ricorso in Cassazione: gli Ermellini lo hanno accolto, annullando la sentenza della Corte d’Appello di Milano con cui si rigettava la sua istanza e disponendo un nuovo giudizio. Il ricorrente è un cinquantenne che nel gennaio 2020 era stato destinatario di un’ordinanza del gip di Pavia perché accusato di associazione per delinquere, e quindi arrestato ai domiciliari dal 3 fino al 24 febbraio 2020. Però la detenzione era stata revocata dal Riesame con provvedimento del 21 febbraio 2020 per mancanza di gravità indiziaria.
Poi il ricorrente era stato anche assolto per non aver commesso il fatto, con sentenza del gup di Pavia del novembre 2021. Nel febbraio 2024 la Corte d’Appello di Milano ha rigettato l’istanza di riparazione per l’ingiusta detenzione. La motivazione era che, sebbene la sentenza lo avesse assolto, secondo le indagini il ricorrente aveva "contribuito a creare una partnership tra soggetti commerciali certamente finalizzata alla realizzazione di vantaggi economici sospetti. Ciò aveva indotto gli inquirenti a ritenere la sussistenza di una sua partecipazione a un sodalizio criminoso". Il cittadino ha fatto ricorso in Cassazione, che lo ha accolto ordinando un nuovo giudizio.
Nicoletta Pisanu