Paura, sconcerto e incredulità, sono le emozioni che serpeggiano tra i residenti in via Tansini a Pavia il giorno dopo l’esplosione di una bombola. Paura perché nel cuore della notte sono stati svegliati da un boato e sono ancora un po’ frastornati; sconcerto perché non avrebbe mai potuto immaginare che accadesse qualcosa di simile e incredulità di fronte a quello che avrebbe potuto succedere e fortunatamente non è accaduto.
Erano le tre di notte, quando nella palazzina del civico 3, tutti i residenti nei sei appartamenti hanno fatto un salto nel letto. In mansarda era esplosa la bombola che un inquilino utilizzava per alimentare il riscaldamento. Non si sa ancora quale sia stata la causa, se un mal funzionamento o un errore commesso dal ragazzo che a dicembre aveva preso in affitto l’alloggio perché aveva trovato lavoro in un’azienda facile da raggiungere dalla periferia est di Pavia.
Di certo qualcosa è andato storto perché una bombola è deflagrata e l’altra, ormai vuota e da restituire, che probabilmente era accanto ora è spaccata. All’improvviso le luci della palazzina composta da due piani e una mansarda con il lucernario si sono accese tutte.
Le persone che abitano al piano sottostante la mansarda e hanno la camera da letto proprio in corrispondenza del punto in cui veniva tenuta la bombola, oltre al boato si sono ritrovati con dei calcinacci sul letto caduti dal soffitto. Inagibile, invece, la mansarda del giovane lavoratore e vivo per miracolo l’inquilino che ha dovuto chiedere ospitalità al padre.
"A breve verrà l’architetto e valuterà che cosa bisogna fare" ha detto il proprietario dell’appartamento che non ha voluto fornire le proprie generalità. Di certo dovrà essere sostituita la porta d’ingresso che ormai non esiste più, si dovranno ritinteggiare i muri anneriti e ripristinare gli stipiti delle porte. Poi sarà opportuno valutare attentamente i danni riportati.
"È tempo che pensavo di far installare una caldaia – ha aggiunto il proprietario sconvolto –, ma non ce n’è mai stato bisogno e ho sempre rimandato". Forse la mansarda non era mai stata affittata prima dell’arrivo del giovane lavoratore e di conseguenza si aspettava. O forse il ragazzo ha commesso un’imprudenza risultata fatale perché il gas non perdona. Sembra esclusa la volontà dell’inquilino di compiere un gesto estremo.
Ha dovuto rifugiarsi dal padre, lasciando i suoi effetti personali alla mercé di tutti. Neppure il proprietario della mansarda pensa a un gesto volontario. I vigili del fuoco che sono intervenuti stanno cercando di dare una spiegazione all’esplosione. Nel frattempo i vicini guardano ai danni provocati dalla deflagrazione della bombola con il rumore ancora nelle orecchie e ripetono quasi come un mantra: "Ci è andata bene, avremmo potuto non essere qui a raccontarla. Invece solo un alloggio è rimasto danneggiato, neppure la mansarda accanto occupata da alcuni studenti".