Una pistola nascosta nella casa della nonna. C’è anche la detenzione di arma clandestina tra le ipotesi di reato contestate a Omar Cosi, 35enne gestore del bar Il Clan dello Zarro in piazza Marconi a Bressana Bottarone, accusato con tre complici della morte del 75enne Enore Saccò. Ieri il gip ha sciolto la riserva e ha convalidato i quattro fermi eseguiti dai carabinieri, disponendo tre misure cautelari in carcere. Solo nei confronti di Omar Cosi, che aveva ammesso di aver colpito a pugni la vittima ma giustificandone la morte come un incidente, il giudice Luigi Riganti ha disposto la custodia per omicidio volontario. Sia Davide Del Bo, 40enne che venerdì si era avvalso della facoltà di non rispondere, sia Sohal Nakbi, tunisino 26enne che aveva negato il coinvolgimento nell’omicidio, restano in carcere per incendio e distruzione di cadavere. Resta indagato a piede libero Antonio Berdicchia, 30enne che aveva negato ogni addebito, ammettendo un coinvolgimento limitato solo nel tenere in casa dei sacchi di cui gli amici volevano disfarsi, ma che aveva restituito pochi giorni dopo. Il gip ha valutato veritiere le ricostruzioni fornite dagli indagati, almeno per quel che riguarda i diversi ruoli nella vicenda, anche se le indagini proseguono. Con accertamenti anche sulla pistola, arma che non sarebbe stata usata per il delitto.
Stefano Zanette