
Andrea Sempio assieme ad Angela Taccia. suo legale insieme all'avvocato Massimo Lovati
Garlasco, 27 aprile 2025 - "Non capisco perché risentirla, nel 2017 aveva già detto quello che sapeva". Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, è stupito della convocazione di Daniela Ferrari, la madre del 37enne indagato nella riaperta indagine per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco del 13 agosto 2007.
La donna è stata infatti convocata dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, delegati dalla Procura di Pavia per le nuove indagini sul delitto di Garlasco, e sarà ascoltata nella mattinata di domani, lunedì 28 aprile, nella caserma di via Moscova a Milano.
"Abbiamo consigliato alla mamma di Andrea - dice ancora l'avvocato Lovati - di avvalersi della facoltà di non rispondere: può farlo, in quanto familiare della persona indagata". La madre di Sempio sarà ascoltata dai carabinieri come persona informata sui fatti e per lei non è dunque necessaria la presenza di un legale, anche se dovrebbe essere accompagnata dall'avvocato Angela Taccia, che insieme al collega Lovati difende Sempio.
La sua convocazione fa parte della lunga serie di persone riascoltate dai militari in queste riaperte indagini sul delitto di quasi 18 anni fa, per il quale è condannato in via definitiva Alberto Stasi, che sta finendo di scontare i 16 anni di carcere e che di recente ha ottenuto la semilibertà.
Proprio su impulso della difesa di Stasi, Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, era già stato indagato nel 2016, con archiviazione nel 2017. La riapertura delle indagini da parte della Procura di Pavia è stata ottenuta grazie al ricorso in Cassazione dopo un precedente parere negativo del Gip, per accertare eventuali novità rispetto all'archiviazione del 2017, tra cui una rivalutazione delle tracce genetiche trovate sui margini ungueali della vittima, oggetto insieme ad altre analisi dell'incidente probatorio chiesto dalla Procura e disposto dal Gip, che affiderà gli incarichi e preciserà i quesiti nell'udienza fissata per il prossimo 16 maggio.
Nel frattempo le indagini proseguono con le convocazioni di persone informate sui fatti. Alla madre dell'indagato dovrebbe essere chiesto di precisare le circostanze dell'alibi del figlio, con l'ormai noto scontrino del parcheggio di Vigevano, conservato proprio su suo suggerimento, come era stato riferito nelle precedenti indagini che avevano portato all'archiviazione. Se le domande dei carabinieri dovessero essere solo su quegli aspetti, la donna potrebbe limitarsi a far riferimento ai precedenti verbali, se invece le dovessero chiedere altro potrebbe decidere di rispondere o di avvalersi della facoltà di non rispondere come suggerito dai legali del figlio.