UMBERTO ZANICHELLI
Cronaca

Il mistero del movente nell’omicidio-suicidio di Confienza: “Mai una lite nella bella villetta”

Ai vicini non risultano litigi né guai finanziari. Forse però la moglie aveva scoperto di essere ammalata

Clara Crivellin e il marito Anselmo Zanellato A sinistra la scena del crimine in vicolo Castellazzo

Clara Crivellin e il marito Anselmo Zanellato A sinistra la scena del crimine in vicolo Castellazzo

CONFIENZA (Pavia) – Resta ancora un mistero il movente dell’omicidio-suicidio avvenuto nei giorni scorsi a Confienza e scoperto solo nel pomeriggio di lunedì. Anselmo Zanellato, 68 anni, muratore in pensione, avrebbe dapprima ucciso la moglie Clara Crivellin, di due anni più giovane, accoltellandola nella cucina della loro casa di vicolo Castellazzo, una zona di villette in direzione di Palestro, per poi uccidersi con un fucile da caccia non denunciato, ricordo del nonno. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono ancora a tutto campo: si parla di una malattia della donna che avrebbe provocato uno stato depressivo, ma dev’esserci qualche altro risvolto che al momento i carabinieri della Compagnia di Vigevano stanno cercando per giustificare la doppia tragedia. La coppia non risulta avere problemi finanziari, anzi vivevano in una bella casa, costruita dallo stesso Zanellato.

Nessuno tra i conoscenti ha riferito di liti o malumori che possano aver causato il drammatico epilogo. Sulle tempistiche, peraltro, potrà fare luce soltanto l’autopsia, disposta dalla Procura di Pavia. Pare pressoché certo che l’omicidio-suicidio non si sia consumato lunedì. La coppia non si vedeva in paese almeno da sabato e la circostanza è piuttosto strana: soprattutto Anselmo Zanellato era solito concedersi una passeggiata serale con il cane, mentre Clara Crivellin faceva abitualmente la spesa nei negozi del paese.

C’è anche da capire se si sia trattato di un omicidio d’impeto, come lascia intuire l’utilizzo del coltello, magari scaturiro da un diverbio; più difficile, se le modalità sono state davvero queste, ipotizzare un qualunque tipo di premeditazione. Secondo la prima ricostruzione l’ex muratore, dopo aver ucciso la moglie, ha raggiunto il box sul retro utilizzato anche come pollaio e lì si sarebbe sparato con il vecchio fucile.

La circostanza strana è che nessuno dei vicini, pur nei giorni di primo caldo con qualche finestra parzialmente aperta, abbia sentito alcunché. Non le grida della donna, che avrebbero potuto essere in qualche modo soffocate, e neppure il colpo di fucile con cui Anselmo Zanellato si è tolto la vita.

A fare la scoperta è stata la nuora della coppia – il figlio da qualche tempo si è trasferito con la propria famiglia in un altro paese della Lomellina – che, alle ripetute mancate risposte dei suoceri e disponendo delle chiavi, ha deciso di andare a vedere cosa fosse accaduto. È stata lei a scoprire il cadavere di Clara Crivellin, sul pavimento della cucina, e poco dopo quello del suocero, nel box sul retro dell’abitazione.