Vigevano, Graziella La Ferlita morta dopo gli interventi per perdere peso: aperta inchiesta, ora l’autopsia

La 69enne è deceduta a una settimana dalla prima operazione, al termine della quale aveva iniziato ad accusare diversi malesseri

FE_310_COPIA-84356484-84356494-84356498

Denuncia in procura dopo la morte di una donna di 69 anni seguita a un’operazione

Vigevano, 29 settembre 2024 – Sarà effettuata domani, così come richiesto dalla famiglia, la perizia necroscopica sul corpo di Graziella La Ferlita, la donna di 69 anni originaria della provincia di Catania, residente a Vigevano, deceduta martedì ad una settimana dall’intervento di bendaggio gastrico al quale si era sottoposta all’istituto clinico Beato Matteo di Vigevano.

I quattro figli, che vivono tra la Lomellina, Vigevano e Mede in particolare, e Borgo Ticino (Novara) vogliono capire se esista un nesso di causalità tra il decesso della madre e l’intervento in considerazione del fatto che donna, nei giorni successivi, avrebbe manifestato un continuo malessere. Per questa ragione il giorno stesso della morte della donna hanno un esposto alla Procura della Repubblica di Pavia per segnalare quello che non esistano a definire un “decesso sospetto”.

Le richieste dei figli

I figli raccontano che la donna aveva programmato da tempo l’operazione, un genere di intervento che consente una rapida e definitiva perdita di peso. Il 17 settembre era stata ricoverata e il giorno successivo era stata sottoposta all’intervento bariatrico Sadi. Tecnicamente si tratta di una operazione che riguarda l’assetto del sistema digerente che viene “ridisegnato“ e che consente una rapida perdita di peso. In genere viene consigliato nei casi di obesità grave, trattare la patologie associate all’obesità e nel complesso migliorare la qualità della vita dei pazienti. Non era accaduto così nello specifico, perché la donna aveva visto le sue condizioni di salute peggiorare in modo repentino.

Il decorso

Proprio per questa ragione, dopo essere stata sottoposta a una serie di esami specifici i medici che l’avevano in cura avevano deciso di sottoporla ad un secondo intervento chirurgico che non si era però rivelato risolutivo. Al contrario la paziente non era più riuscita a riprendersi e il 24 settembre è sopraggiunto il decesso. Proprio per questa ragione i figli della donna hanno chiesto all’autorità giudiziaria di valutare se esistano eventuali responsabilità nell’infausto esito dell’intervento e contestualmente l’effettuazione dell’autopsia per valutare in modo oggetti la situazione.

Richiesta che è stata accolta tanto che l’esame autoptico è stato fissato per domani mattina e sulla scorta delle risultanze sarà possibile delineare le esatte cause della morte della sessantanovenne vigevanese.