Peste suina africana: la Regione corre ai ripari. Il governatore lombardo Attilio Fontana ha firmato un’ordinanza in cui sono elencate le disposizioni per la prevenzione e il controllo della patologia (anche nota con la sigla Psa), una malattia virale non trasmissibile all’uomo che colpice i suini e i cinghiali.
Prevenire è meglio che curare
"Attualmente – si legge nella nota in cui è annunciata la decisione – nessun caso di Psa ha interessato direttamente la Lombardia ma, soprattutto in provincia di Pavia, l'attenzione è altissima, in quanto si tratta del territorio più vicino alle aree infette del Piemonte”.
La regione del nord ovest, infatti, è l'area in cui più è diffusa la malattia: a ieri, lunedì 5 giugno, i casi attivi in Italia erano 759, 440 dei quali in Piemonte.
La vicinanza rispetto agli ultimi rinvenimenti di cinghiali positivi ha portato all'allargamento della zona di restrizione che, in base ai regolamenti comunitari emanati ad inizio giugno, comprenderà anche porzioni dell'Oltrepò pavese.
Chiudere la porta
"Pur essendo la provincia di Pavia un territorio a scarsa vocazione suinicola – si legge nella nota della Regione – è fondamentale mettere in atto tutte le misure necessarie per ridurre al minimo il rischio che la malattia entri nella pianura padana lombarda, dove sono allevati circa 5 milioni di suini che, oltre a rappresentare una delle principali filiere per l'economia agricola regionale, alimentano molte delle più famose specialità Dop italiane”.
Il patrimonio suinicolo della nostra regione, del resto, “pesa per più del 50% sull'intero comparto nazionale e in caso di diffusione della Psa nel territorio di pianura si determinerebbe quindi un rischio sanitario diretto per la nostra zootecnia con danno economico pesantissimo, stimato in circa 60 milioni di euro al mese”.
Normative europee
L'atto firmato dal presidente recepisce le indicazioni contenute nelle recenti normative europee e nell'ordinanza emessa a fine maggio dal commissario straordinario alla Psa Vicenzo Caputo.
L'ordinanza contiene nuove disposizioni che regolamentano non solo la sorveglianza sanitaria attiva e passiva ma anche le attività umane all'aperto, compresa la gestione faunistico venatoria. I punti salienti dell'ordinanza.
Le attività in campo
Nei Comuni in provincia di Pavia dell'Oltrepò interessate dall'ordinanza verranno rafforzate e ampliate una serie di attività di controllo della popolazione di cinghiali, tra cui: il potenziamento della ricerca attiva delle carcasse di cinghiale attraverso ditte specializzate e personale della protezione civile, per favorire i test su positività da Psa prima dello smaltimento; il potenziamento delle attività di controllo faunistico del cinghiale che avverrà attraverso abbattimenti selettivi e con l'utilizzo di gabbie di cattura, coordinate dalla Polizia provinciale di Pavia, con il divieto di movimentazione delle carni al di fuori della zona e quello di autoconsumo.
Le azioni finalizzate agli abbattimenti avverranno anche in azioni notturne e da veicolo almeno tre volte a settimana, avvalendosi di figure professionali del settore. Queste operazioni potenziano quanto fatto finora da Regione Lombardia attraverso diversi provvedimenti, tra i quali gli incentivi per la riduzione della densità di cinghiali e la recente delibera che mette a disposizione 2,2 milioni di euro per finanziare recinzioni per gli allevamenti suini lombardi come opera di prevenzione.