Zinasco (Pavia) – È in uscita probabilmente domani la quinta ordinanza commissariale che recepisce in pieno l’aumentare del pericolo che la Psa sta generando nei territori del nord Italia. L’annuncio è stato dato ieri durante l’incontro che si è svolto ieri pomeriggio tra Ats di Pavia, assessorato al welfare e assessorato all’agricoltura di Regione Lombardia col commissario nazionale all’emergenza Vincenzo Caputo. "Il commissario ha garantito maggiori risorse - ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi - ed è in corso una semplificazione normativa per far sì che l’azione di contenimento dei cinghiali sia più efficace e semplice da attuare con l’impegno di bioselettori, i cacciatori che sono le sentinelle territoriali più efficienti, ma anche con l’utilizzo di esercito e protezione civile". Per far fronte a quella che viene definita una "guerra", la Regione intende chiedere il supporto tecnico e logistico da parte del governo.
"Nel fine settimana - ha aggiunto Beduschi - mi recherò a Roma per chiedere intervento del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida". Parallelamente si dovrà procedere con la sensibilizzazione dell’intera filiera, perché "la sottovalutazione della Psa - ha continuato l’assessore - può compromettere un intero comparto. La marziale attenzione di protocolli di biosicurezza sarà fondamentale".
In un allevamento di Zinasco, invece, le regole non sarebbero state rispettate. È stato un veterinario di Ats, infatti, a scoprire quasi per caso, durante una verifica in un allevamento di suini il contagio da Psa. Si è accorto che 23 maiali erano morti e altri erano stati abbattuti nei giorni precedenti. L’allarme è scattato subito. Ulteriori controlli hanno confermato la presenza di un secondo focolaio di peste suina sempre a Zinasco. Il titolare dell’allevamento e un veterinario dell’azienda sono indagati dalla Procura per non aver segnalato i primi casi di morti sospette di animali a inizio agosto, provocando così la diffusione della malattia. Sarebbero poco più di 400 i suini morti in seguito al diffondersi del focolaio. L’allevatore e il veterinario finiti sotto inchiesta sono già stati ascoltati dagli inquirenti. Sono in corso gli accertamenti dei Nas di Cremona, che stanno ricostruendo la filiera di circa 600 suini partiti dall’allevamento di Zinasco e finiti nei macelli di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.