
“Progetto Casa della Luna” Mano tesa ai ragazzi autistici
di Manuela Marziani
PAVIA
Si chiama Casa della luna perché come il satellite illumina le nostre notti e ci guida verso un futuro sereno, dovrà illuminare anche il cammino di cinque ragazzi affetti da disturbo dello spettro autistico a basso funzionamento e alta complessità. Dal 3 luglio 4 maschi e una femmina che hanno dai 23 ai 35 anni si trasferiranno a villa Maria, una cascina ristrutturata in via Sora 43 e, sotto la guida di almeno 6 operatori, cominceranno un percorso di vita in quasi autonomia.
"Non è facile lasciar andare un figlio - ha ammesso Cristina Guardamagna, portavoce dei genitori - per noi ancora di più. Non volevamo un istituto, una struttura, volevamo una casa della quale potessimo avere le chiavi, ma che rispondesse alle necessità e ai ritmi dei nostri figli. La casa è arrivata". Il progetto partito dal centro diurno Il tiglio, dalla cooperativa Marta e da Ats, è stato sostenuto da Regione Lombardia con 252mila euro nell’ambito della legge sul Dopo di noi. "Che è un durante" - ha sottolineato Guardamagna - e questo ci mette meno ansia". Quando si trasferiranno i ragazzi continueranno a seguire le loro normali attività al mattino e poi si occuperanno della casa. "I ragazzi sono seguiti da un’équipe altamente specializzata - ha aggiunto Marta Serrano, coordinatrice del centro diurno Il Tiglio di Sant’Alesssio -, si conoscono da tempo e hanno già trascorso dei weekend insieme". Per loro a villa Maria dove non vedono l’ora di trasferirsi, sono state riservate due camere doppie e una singola per la ragazza. "Pavia ha una rete fortissima" ha sottolineato il direttore sociosanitario di Ats Pavia Ilaria Marzi.
E ha potuto beneficiare anche del sostegno della Regione che, come ha detto l’assessore alla disabilità Elena Lucchini "ha voluto fortemente un Piano regionale per l’autismo e ha previsto risorse importanti per dare una risposta appropriata ed efficace alla complessità dei problemi connessi alla tutela alle persone con disabilità gravissima. E’ infatti importante mettere al centro la capacità di un territorio di integrare interventi di sostegno abitativo e sociale con specifici supporti di cura, assicurando la qualità di vita delle persone che scelgono di co-abitare". Il progetto che partirà per due anni prorogabili potrebbe presto estendersi ad altre realtà coinvolgendo altri ragazzi.