MANUELA MARZIANI
Cronaca

Ristoratori, il morale è in risalita

Pavia, tavolini affollati e prenotazioni spesso da rifiutare. "Viviamo però con l’incognita del meteo"

di Manuela Marziani

Tanta voglia di normalità. Le aperture dei ristoranti a pranzo e a cena purché i clienti stiano all’aperto, stanno avendo successo. "Il movimento di persone è cresciuto - testimonia Alberto Morganti di Batata in Strada Nuova 75 -, va un po’ a ondate, di certo nel weekend c’è più movimento rispetto a quanto avvenga in settimana. Purtroppo avendo spazio solo all’esterno siamo vincolati al tempo, ma il nostro morale piano piano sta risalendo". Tutti i giorni, dalle 16,30 è possibile esporre i tavolini in Strada Nuova, anche se da un gruppo di 50 esercenti è partita la richieste di estendere la pedonalizzazione del corso all’intero fine settimana o almeno alla domenica. E il sindaco Fabrizio Fracassi si è detto possibilista: "La prossima settimana avvieremo un confronto con Autoguidovie e decideremo sulla base della fattibilità". "Stiamo aspettando che decidano - ha aggiunto Morganti -. Se potessimo mettere in tavolini davanti al teatro Fraschini, avremmo un po’ più di ossigeno". Anche Salvatore Apicella, titolare della pizzeria Bella Napoli in piazza della Vittoria vorrebbe avere più spazio. "Abbiamo fatto richiesta - dice - e ci hanno concesso un metro in più. Se avessimo più posti potremmo lavorare di più. E’ un peccato avere tanti coperti all’interno e non poter far accomodare i clienti. Per fortuna, però, abbiamo riaperto e siamo tornati a sorridere". Da Milano ha aperto un food&drink in via Bordoni a Pavia Stefano Ielo, che si è trasferito sotto le torri perché il figlio è venuto a studiare qui. "Mi piace tanto Pavia - dice il titolare del Klixa -, facciamo cibi espressi e abbiamo molte prenotazioni. Sono contento, voglio essere ultra ottimista".

Uscendo dall’area del centro, è un po’ meno ottimista Luigi Greco del ristorante Quattro di strada Sora 17. "I clienti non mi mancano, anzi, sono costretto a rifiutare diverse prenotazioni - confessa - perché lavoro al 25% della capienza: prima avevo 110 posti ora 28. Oltre a questo poi, abbiamo l’handicap del meteo: anche la prossima settimana non sarà bel tempo. Già l’altra sera, la gente mangiava indossando i giubbini e non ho voluto fare investimenti sull’esterno perché non so quanto resteremo aperti. Ci siamo inventati l’asporto e un “viaggio“ tra i sapori della cucina italiana, ma dietro l’apertura di un ristorante c’è un lavoro di forniture e preparazioni".