Pavia - Genitori disoccupati portati a processo per furto aggravato di energia elettrica sono stati assolti perché riconosciuto il loro stato di necessità. La sentenza del tribunale di Pavia riguarda un uomo di 43 anni e la compagna di 45 anni, residenti in una piccola frazione di un comune dell’Oltrepo Pavese.
Secondo le accuse, i due si erano collegati abusivamente a una centralina pubblica, dunque allacciandosi direttamente alla rete pubblica di distribuzione dell’elettricità. In questo modo, secondo le accuse avevano rubato energia in un periodo compreso tra il novembre 2015 e la fine di febbraio del 2018. In particolare, secondo le contestazione sembra che fossero riusciti a sottrarre 16.126 kilovattora pari a 3.317,12 euro, Iva esclusa. Un quantitativo di energia elettrica che è stata sottratta alla società E-distribuzione Spa – Infrastrutture e reti Italia – Zona di Pavia.
La situazione sembra sia andata avanti per diverso tempo finché, nel 2018, un controllo aveva portato alla luce quanto stava accadendo. Così, i due sono stati indagati per furto aggravato. Tuttavia, la situazione familiare dei due indagati era particolare: "Si tratta di due genitori con cinque figli – spiega il loro difensore, l’avvocato Pierluigi Vittadini -. Entrambi sono disoccupati, inoltre la loro casa era stata pignorata". I due imputati si trovavano dunque in una situazione personale molto difficile, dovevano garantire il benessere dei figli e non avevano i mezzi per provvedere ai servizi.
La difesa nel corso dell’arringa aveva chiesto l’assoluzione per un presunto vizio nella formulazione del capo di imputazione, mentre durante la requisitoria l’accusa invece aveva chiesto la condanna per entrambi gli imputati a sei mesi di reclusione. La Corte alla fine ha stabilito l’assoluzione per entrambi, rilevando lo stato di necessità, cioè una delle cause di non punibilità previste dal codice penale.