È giunto alle fasi finali il progetto di restauro di uno degli edifici sacri più ricchi di storia, la chiesa di San Marino. In questi giorni sono stati affidati i lavori per la realizzazione dell’impianto antincendio dello spazio destinato a diventare un polo culturale e museale a disposizione della città. L’intervento è stato possibile grazie ai fondi del Pnrr ottenuti per interventi di rigenerazione urbana. Ammontano a oltre 2,6 milioni per l’edificio innalzato dal re longobardo Astolfo tra il 749 e il 756, dedicato a tutti i santi di Dio, che custodisce le spoglie del sovrano, mentre in un’arca, nella piccola cripta sotto l’altare maggiore, si trovano i corpi dei fratelli santi Marino e Leone. Di proprietà del Comune da due secoli, fino al 1980 la chiesa è stata aperta al culto, poi è stata chiusa con grande dispiacere di chi la frequentava per motivi religiosi o solo per ammirare splendide opere artistiche come facevano molti turisti e pellegrini.
Affacciato su via Siro Comi, il “gioiellino“ fino all’inizio del nuovo millennio sembrava in buone condizioni anche se era da sistemare, mentre era impossibile accedere alla cripta a causa della presenza di materiale da magazzino e a una scala pericolante. Al momento della chiusura le opere d’arte e gli arredi preziosi sono stati dati alla Curia perché li custodisse, il Comune nel frattempo ha elaborato alcuni progetti per il recupero del monumento.
Idee sempre naufragate a causa della mancanza di fondi. Per riaccendere i riflettori sulla chiesa è sorto un comitato spontaneo animato da commercianti della via e studenti della scuola Casorati che avevano chiesto di "Salvare la chiesa di San Marino". Anni di abbandono avevano però portato l’intonaco e gli affreschi a scrostarsi e gli arbusti si sono impadroniti delle mura cinquecentesche mettendole in pericolo. Per finanziare un intervento Italia Nostra, consapevole del fatto che nella chiesa si trovano tracce di un affresco che risale al periodo alto medievale e decorazioni che dovevano essere messe in sicurezza, aveva provato a concorrere al bilancio partecipato, ma il progetto non aveva vinto. Un’altra speranza svanita. E la porta continuava a rimanere chiusa. Ora sono arrivati i ponteggi, con i fondi del Pnrr, è stata restaurata la facciata della chiesa, le cappelle, l’altare e il presbiterio, fino ad arrivare alla cripta.