
Ospedale (foto di repertorio)
Pavia, 15 luglio 2016 - Un'altra eccellenza nella sanità pavese. Si chiama Microperc ed è praticata in Italia in soli 3 centri, tra cui il Polo urologico degli Istituti di cura Città di Pavia e Beato Matteo di Vigevano, del Gruppo ospedaliero San Donato, diretto da Paolo Puppo (considerato uno dei pionieri della chirurgia mininvasiva), coadiuvato da Francesco Germinale. La novità, nella cura della calcolosi renale, consiste nella miniaturizzazione degli strumenti chirurgici, che agevola il paziente rendendo meno invasivo, ma ancor più efficace, l'intervento chirurgico.
"La 'Microperc' - spiega la nota del Gruppo ospedaliero San Donato - prevede l’utilizzo di un piccolissimo ago di circa 1-1,5mm, introdotto per via percutanea dal dorso, provvisto all’interno di un canale per le fibre ottiche che trasferiscono l’immagine su un monitor, un secondo canale per l’ingresso della soluzione fisiologica per dilatare le cavità renale durante l’intervento e un terzo canale per la fibra laser di 200micron che polverizza il calcolo«. All’Istituto di cura Città di Pavia e all’Istituto clinico Beato Matteo di Vigevano, già era ampiamente usata un'altra tecnica la «Rirs«, procedura mininvasiva simile alla «Microperc«, ma meno recente. «La 'Rirs' consente di raggiungere il calcolo renale o ureterale - spiega sempre la nota del Gruppo San Donato - mediante vie naturali, quali uretra e vescica, tramite uno strumento flessibile a fibre ottiche (ureterorenoscopio) di calibro molto piccolo. Anche questo strumento è dotato di canale interno per la conduzione della soluzione fisiologica e della fibra laser".
I vantaggi sono anche quelli di tempi di recupero più rapidi, con il paziente che può lasciare l'ospedale già il giorno dopo l'intervento. E la percentuale di successo dichiarata dal Gruppo San Donato, è "molto elevata, vicino al 100 %, in una sola seduta«. Per una patologia, la calcolosi urinaria, che a livello nazionale si stima colpisca il 15-20% della popolazione e spesso si rivela recidiva. «Fino agli anni '80 - conclude la nota del Gruppo San Donato - si ricorreva ad interventi chirurgici a cielo aperto e solo successivamente vennero introdotte tecniche endoscopiche e la litotrissia extracorporea, ovvero la frammentazione del calcolo dall'esterno mediante onde d'urto generate da un apparecchio".