Può il rinvio di qualche ora di un’operazione far perdere il lume della ragione? Sì, ed è capitato sabato pomeriggio nell’ospedale maggiore di Cremona a un 60enne italiano che ne ha combinate di tutti i colori e alla fine si è pure preso una denuncia. Questo paziente era stato preparato e portato in sala operatoria per un intervento chirurgico che avrebbe dovuto aver luogo entro poco tempo. Ma quando il 60enne si aspettava di essere operato ed era già pronto per essere anestetizzato, gli è stato comunicato che sarebbe stato necessario un breve rinvio di qualche ora perché stava arrivando un caso urgente che avrebbe dovuto avere precedenza assoluta, vista la gravità del quadro clinico che questa persona presentava. Quindi il paziente è stato riportato nella sua camera.
L’uomo non ha preso bene la comunicazione e, una volta nella sua stanza, si è alzato dal letto e ha cominciato a dare in escandescenze. Dapprima sono stati gli infermieri a cercare di calmarlo ma, visto che non c’era nulla da fare, l’uomo continuava a prendere a calci comodini, armadi e porte minacciando tutti i presenti, è stato fatto intervenire anche il chirurgo il quale, sospendendo momentaneamente l’intervento sul quale stava operando, ha cercato di ricondurre alla ragione il paziente, spiegando ancora una volta l’urgenza dell’operazione alla quale stava lavorando, confermando che lui sarebbe stato operato di lì a poco, spiegazioni che non hanno avuto alcun successo. Di più, perché una volta che il chirurgo si è allontanato, l’uomo ha ripreso a colpire con calci e pugni tutto quel che gli capitava sotto tiro e addirittura ha fatto uscire dalla sua camera anche alcune persone che erano in visita all’altro paziente che era nella stessa stanza. A quel punto sono stati chiamati i carabinieri che sono intervenuti anche loro con il compito di cercare di calmare l’esagitato, il quale neppure alla vista dei militari si è tranquillizzato. Anzi, quando ha finito di prendere a calci tutto e tutti, si è rivestito e se ne è andato dall’ospedale, rinunciando all’operazione. Tuttavia, questo non lo ha graziato perché, appurato che il suo atteggiamento minaccioso e furioso aveva di fatto interrotto il lavoro dei medici, i militari lo hanno denunciato per interruzione di pubblico servizio.