
Scuola
Pavia, 18 ottobre 2016 - Le basse temperature arrivate all’improvviso hanno sorpreso il sistema di riscaldamento della scuola secondaria di primo grado Leonardo da Vinci. Da quando il termometro è sceso, infatti, i termosifoni della scuola di via Cremona ‘comandati’ da una sonda esterna che dovrebbe far scattare l’accensione quando fa freddo e spegnersi se fa caldo, non si sono riscaldati. Nonostante la deroga firmata dal sindaco Massimo Depaoli che consentiva di far partire i riscaldamenti prima del 15 ottobre, l’edificio è rimasto al freddo. L’epilogo è stato raggiunto ieri, quando dopo il fine settimana di stop, la palestra esterna che frequentano alcuni ragazzi, nelle prime ore era gelida. Molti ragazzi hanno accusato malanni e chiesto alla segreteria di chiamare i genitori perché li andassero a prendere prima del termine delle lezioni. A metà mattina sulla scrivania del collaboratore scolastico si trovano numerose richieste mentre le classi si svuotavano. «Abbiamo avuto la segnalazione questa mattina (ieri per chi legge, ndr) – ha detto l’assessore all’Istruzione Ilaria Cristiani – e subito richiesto l’intervento. Dovrebbero aver risolto il problema». Se i ragazzi hanno chiesto di uscire dalla scuola Leonardo da Vinci perché era fredda, in via Manara qualcuno ha pensato bene di rifugiarsi in una scuola dell’infanzia perché era calda.
È accaduto alla materna Manara e, a poco più di un mese dall’inizio dell’anno, è la settima o ottava volta che viene forzata la serratura della porta d’ingresso. «Inizialmente le persone che sono entrate – ha detto Monica Tronconi, una mamma arrabbiatissima come molti altri genitori – hanno rubato quanto hanno trovato. Adesso non c’è più niente da prendere, ma le maestre ogni volta buttano via i generi alimentari che portiamo per i bambini». «Ci hanno rubato ancora le caramelle», ha detto ieri mattina un piccolo allievo, quando al suo arrivo a scuola ha trovato gli agenti di polizia locale. Le preoccupazioni dei genitori di una sessantina di bambini dai 3 ai 5 anni, invece, riguardano le condizioni igienico-sanitarie. «Potrebbero dormire sulle brandine che usano i più piccoli», ha proseguito la mamma. E come entrano alla Manara, forzano la porta pure della elementare Cabral dove oggi i genitori si riuniranno per decidere come organizzarsi. «Il Comune non ha i soldi per installare un sistema d’allarme collegato con le forze dell’ordine – ha aggiunto la mamma –. Siamo disposti a pagarlo noi genitori, perché è ora di finirla».