STEFANO ZANETTE
Cronaca

Pavia, senzatetto con la tenda bruciata: gli offrono l'appartamento e un lavoro

Un amico del trentasettenne: grazie agli articoli sui giornali in diversi si sono subito mossi in tanti per garantirgli un aiuto

Jonathan Riverdora, 37enne, mostra i resti della tenda. Nel rogo ha perso tutto

Pavia  - ​La solidarietà batte l’intolleranza. Dallo scellerato gesto di chi ha dato fuoco alla tenda del senzatetto è infatti stata immediata la reazione di chi gli ha invece offerto nuove opportunità, sia una casa che un lavoro. Tutto in poco più di 24 ore. Solo domenica mattina, Jonathan Riverdora, 37enne originario di Massa Carrara ma da anni a Pavia, anche se negli ultimi mesi senza una dimora fissa, mostrava i resti bruciati di tutto quello che aveva nella tenda data alle fiamme sabato sera.

In quell’angolo di verde a fianco dei palazzi tra via Ceva e via Tavazzani, nella zona del Cassinetto, alla periferia Nord-Est della città, si era sistemato da alcuni mesi nella tenda che le mani di uno o più ignoti intolleranti hanno mandato in fumo. Un gesto che ha smosso la coscienza di chi gli ha trovato una sistemazione migliore, in tempi rapidissimi. "Grazie agli articoli usciti oggi sui giornali - riferiva ieri pomeriggio un amico che è stato vicino a Jonathan anche in questi momenti difficili - si sono subito mossi in tanti per aiutarlo. E proprio poche ore fa Jonathan mi ha detto che gli hanno offerto un appartamentino in affitto, a basso prezzo, e anche un lavoretto per poterselo pagare

. Adesso starà ancora per qualche giorno a casa del cognato, ma appena passati questi giorni di feste si potrà sistemare. Dopo quello che è successo non si sarebbe più fidato a dormire fuori". Che possa essere un lieto fine è ancora presto per saperlo, ma è comunque una nuova opportunità per dare una svolta a una vita evidentemente tribolata e difficile. Qualche guaio con la giustizia, alcuni anni fa, la separazione dalla moglie, poi anche un incidente che gli ha lasciato conseguenze fisiche, impedendogli di continuare a fare lavori pesanti per guadagnarsi da vivere.

La sistemazione nella tenda al Cassinetto non poteva essere una soluzione, al di là della benevolenza mostrata dai residenti nei palazzi vicini che lo aiutavano, ma evidentemente dava fastidio ad altri, che dopo qualche ‘dispetto’, come i tagli sul telo della tenda, hanno esagerato appiccando il fuoco. Ma l’intolleranza non l’ha avuta vinta.