MANUELA MARZIANI
Cronaca

‘Hanno ucciso l’uomo ragno’, la puntata finale della serie sugli 883 lascia una porta aperta: arriva la seconda stagione?

Un successo senza precedenti: 2 milioni di spettatori curiosi di vedere le comparse, le location e conoscere la storia

“Hanno ucciso l’uomo ragno“. La serie sugli 883 in tv da ottobre

Max Pezzali, 56 anni, durante una sua visita sul set pavese della serie sulla nascita degli 883 la cui regia è stata affidata a Sydney Sibilia

Pavia, 2 novembre 2024 – Per quattro settimane lo sport preferito dai pavesi è stato commentare la serie ‘Hanno ucciso l’uomo ragno’, la più vista degli ultimi 8 anni che ha tenuto incollati 2 milioni di spettatori curiosi di vedere le comparse, le location e conoscere la storia. Qualcuno ieri sera ha pure fatto nottata per vedere tutte le otto puntate una dopo l’altra, rimanendo delusi di fronte a un finale che ha lasciato la porta aperta per una seconda serie che si potrebbe girare la prossima estate. Un nuovo tuffo in un’epoca in cui i 50enni di oggi erano adolescenti pieni di sogni da realizzare come hanno fatto due ragazzi di Pavia, Max Pezzali e Mauro Repetto.

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Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli hanno interpretato rispettivamente Max Pezzali e Mauro Repetto nella serie 'Hanno ucciso l'uomo ragno' - La vera storia degli 883'

Un po’ mi sono commosso – ha ammesso Pezzali – perché due ragazzi senza un particolare talento si sono incaponiti e ce l’hanno fatta. Se ci sono riusciti loro, possono riuscirci tutti”.

Sullo sfondo di questa storia a lieto fine, una Pavia che ha fatto un figurone con le sue strade strette, il Ticino, la cupola del Duomo e tantissimi aneddoti come quello nel quale si racconta di un Max Pezzali, figlio di un fioraio di corso Cavour, che va a consegnare a Maria De Filippi un gigantesco mazzo di rose con un dolce biglietto firmato “Maurizio”.

Poi ci sono i diversi personaggi che ruotano attorno a due protagonisti e i ricordi che i pavesi ancora conservano legati agli anni trascorsi all’Università, quando la colonna sonora erano i brani degli 883. E la memoria corre così al Celebrità, una delle due discoteche della città con 106 farmacie, dove tutti erano innamorati di una ragazza, la più bella che ballava con una bacchetta da majorettes. Ma c’era pure chi lavorava in Croce Rossa con Max Pezzali e ha ben presente il momento in cui il cantante è diventato famoso e non poteva più entrare in nessun ospedale perché veniva assediato da chi gli chiedeva un autografo. Poi c’è chi ha avuto l’opportunità di ascoltare in anteprima le canzoni e, pur non essendo un talent scout, ha capito che sarebbe stato l’inizio di un mito. E, infine, c’è chi ora non dice più di provenire da una città vicino a Milano, ma è orgoglioso di essere di Pavia, chissà se poi anche per lui si apriranno le sbarre del parcheggio di Radio Dj come accaduto agli 883.