NICOLETTA PISANU
Cronaca

Scandalo "hot" alle Bozzole, il custode racconta

Sfilata di testimoni chiave, tra cui il sindaco di Garlasco Pietro Farina

Il santuario delle Bozzole

Pavia, 14 luglio 2016 - Una sfilata di testimoni chiave, tra cui il sindaco di Garlasco, per rimestare nel torbido e chiarire quanto accadeva al santuario della Madonna delle Bozzole. Ieri in aula è proseguito il processo che vede alla sbarra Flavio Savu, 35 anni, accusato di aver messo in atto un ricatto a luci rosse ai danni di don Gregorio Vitali, 70 anni, ex rettore del centro religioso, e di Don Piero Rossoni, 57 anni, anch’egli sacerdote nello stesso luogo. Secondo le accuse, in tutto l’estorsore si sarebbe fatto consegnare 150mila euro, sotto la minaccia di diffondere filmini compromettenti. Ieri sono stati sentiti come testimoni Pietro Farina, 64 anni, attuale sindaco di Garlasco, e G.G., 47 anni, per anni custode del santuario. Il racconto di quest’ultimo è stato sofferto e ha riguardato un episodio personale: «Savu mi ha proposto due incontri sessuali e ho accettato, per paura che potesse far del male a don Gregorio. La prima volta ci siamo visti in un parcheggio, la seconda al cimitero di Borgo San Siro – ha raccontato ai giudici –. Dopo mi disse che una terza persona aveva filmato tutto e che avrebbe mandato il video alla televisione. Lo stesso poi accadde con don Gregorio».

E riguardo agli scambi di denaro, ha sottolineato che «una cessione fu fatta tramite il Farina». Il sindaco ha spiegato alla corte: «Conosco Savu da giugno 2011, aveva chiesto al Comune aiuti e io lo avevo foraggiato di tasca mia quando voleva aprire una partita Iva per fare l’imbianchino. Don Gregorio si è presentato da me molto preoccupato per via degli atti sessuali del custode con Savu, temeva scoppiasse uno scandalo. Abbiamo pensato di mandare Savu in Romania, per seppellire la vicenda». Ma poi, sono iniziati i pagamenti: «Ho partecipato a consegne di denaro dai 15 ai 17mila euro, non sapevo quanto ci fosse nella busta – ha raccontato Farina –. Don Gregorio ha sempre sostenuto fossero denari della sua famiglia, non del santuario. Io non gli ho mai consigliato di pagare», mentre Don Gregorio ai giudici aveva sottolineato che proprio il sindaco gli aveva suggerito di pagare. E per aiutare il sacerdote, il sindaco chiese nel 2013 «alla mia polizia locale di controllare perché al santuario Savu chiedeva soldi con insistenza, le persone erano intimidite».