Avrebbe dovuto scontare ancora meno di un anno di reclusione Ma lunedì sera ha deciso di farla finita impiccandosi nella cella del carcere vigevanese dei Piccolini. Il gesto estremo del detenuto, un marocchino di 40 anni, non è purtroppo isolato nelle case di detenzione del Paese. Il suo è il 74° caso in Italia dall’inizio dell’anno. "Una strage senza fine e senza precedenti – commenta Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria – Ormai l’elenco delle morti in carcere è lunghissimo, a quelle dei detenuti si aggiungono i sette morti della Penitenziaria".
Per questa ragione i sindacati chiedono ancora attenzione per l’attuazione di misure concrete che facciano fronte a una situazione ormai non più sostenibile in termini di sovraffollamento come di carenza del personale. "A Vigevano i posti sono ufficialmente 218 ma i detenuti 360; e gli agenti sono 240 rispetto a una pianta organica che ne prevede 315. Un quadro che, purtroppo, è in linea con quello nazionale con 15mila detenuti in esubero e 18mila agenti in meno".
Intanto prosegue la visita delle carceri lombarde da parte di una delegazione del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria. Ieri è stata la volta delle carceri di Voghera e di Bollate.
"Ho constatato in entrambe le strutture un clima di serenità professionale tra il personale composto per lo più da agenti giovani e motivati – commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe – Non di meno le problematiche restano: oggi la Lombardia è la regione con le carceri più affollate d’Italia. Tra adulti e minori parliamo di una popolazione di quasi 30mila detenuti. Ed è significativa la carenza di personale, specie nel ruolo di ispettori e sovrintendenti. A Voghera – aggiunge Capece – la serenità operativa dei Baschi Azzurri è determinata anche dall’apertura del nuovo padiglione del carcere, che offre celle con tutti i comfort previsti dal regolamento penitenziario. Si tratta di un aspetto importante: quando il detenuto sta bene, non adotta quasi mai atteggiamenti aggressivi o attacchi all’ordine né alla sicurezza interna. Bollate è poi considerata un vero modello".
Sono tre le problematiche da affrontare per migliorare la situazione secondo Donato Capece: "La disponibilità di strutture esterne per i detenuti tossicodipendenti, oggi circa il 30% del totale, e quella per reclusi con problemi psichiatrici. Poi si deve migliorare l’assistenza sanitaria, a oggi del tutto inadeguata".